Il calcio europeo ha già rinunciato da tempo a moduli che prevedano l’utilizzo del trequartista, focalizzandosi maggiormente su schieramenti offensivi che includano esterni d’attacco. Un passaggio che ha influenzato in parte anche il calcio italiano, che però non ha ancora saputo rinunciare del tutto al ruolo del trequartista. L’avvio di campionato ha però mostrato come il 10 non sia più influente come in passato, diventando sempre più obsoleto e sempre meno decisivo in ottica fantacalcistica.
L’avvento dei moduli con gli esterni offensivi ha abbracciato anche la Serie A, con un numero sempre maggiore di allenatori che hanno eliminato l’uomo dietro alle punte. Le metamorfosi più calzanti sono state sicuramente quelle della passata stagione di Napoli, Inter e Roma. Sarri aveva tentato di esportare da Empoli il suo caro 4-3-1-2, con Insigne stabile dietro le due punte. Una scelta che si è pian piano erosa, a causa di critiche pesanti e di una squadra incapace di esprimersi al meglio. Il dirottamento di Insigne a sinistra ed il passaggio al 4-3-3 si sono rivelati come soluzione calzante. Discorso simile per l’Inter di Mancini che ha provato diversi moduli che contemplassero il trequartista, senza riuscire però a trovare il giusto inquadramento. Prima Perisic, poi Brozovic ed infine il passaggio al 4-3-3. Spalletti addirittura ha voluto fortemente Perotti in rosa, fino a trasformarlo in esterno destro o, alle volte, falso nove. Più recentemente, anche la Lazio ha deciso di abbandonare il trequartista, con Inzaghi orientato verso un 4-4-2 più quadrato. Un cambio che ha addirittura snaturato Felipe Anderson, passato da raccordo per le punte a quarto di centrocampo.
Se da una parte c’è chi segue il vento del cambiamento, dall’altra c’è chi continua a perseverare nello schieramento del trequartista. Impossibile, a questo punto, non aprire una parentesi fantacalcistica. In sede d’asta è risaputo come il valore dei centrocampisti che giocano in ruolo avanzato (come ad esempio i trequartisti) sia maggiore rispetto a quello di mezz’ali e mediani. La motivazione è facilmente individuabile nell’alta possibilità di portare bonus e, perché no, risultare decisivi al fine della vittoria finale. Un meccanismo che sarà scattato anche in agosto, al momento dell’asta di inizio stagione.
Tra le squadre che utilizzano con continuità il trequartista c’è l’Empoli, che ha individuato in Saponara l’uomo giusto per portare rifornimenti alle punte. Un giocatore che avrà sgonfiato numerosi portafogli in sede d’asta, ma che tristemente non segna da dicembre 2015. Quasi un anno senza +3 e nessun bonus nella stagione corrente. Spostandoci più a sud, in Sicilia, precisamente a Palermo, riscopriamo Diamanti. Trequartista osannato negli anni perché capace di portare bonus pesanti, in rosanero è ancora clamorosamente a secco di gol e assist. A Genova, sponda Sampdoria, in estate è sbarcato Praet, a contendersi il ruolo di trequartista con Ricky Alvarez e Bruno Fernandes. Dei primi due, l’argentino ha messo a referto un assist (ma anche un’espulsione), mentre il belga è ancora a quota zero in tutte le caselle relative ai bonus. Del gruppo, il più positivo è stato Bruno Fernandes, adoperato con il contagocce, ma già autore di due gol pesanti. Ad Udine probabilmente lo rimpiangono, visto l’arrivo insipido di De Paul. Il potenziale non è in discussione, ma il piatto piange. Un assist in sette apparizioni è troppo poco, con Delneri che ha già in mentre la variante del 4-3-3. Alcuni allenatori, come Sousa e Oddo, propongono addirittura il doppio trequartista, in modo da portare maggior pressing in fase difensiva ed essere pronti ad andare in verticale una volta recuperata la sfera. Borja Valero e Ilicic per la Fiorentina, Verre e Benali per il Pescara sono gli interpreti solitamente scelti per questo compito. Il rendimento? Sufficiente, ma non eccezionale per i pescaresi, decisamente sottotono per i viola. La nota più lieta arriva dal Chievo, con Birsa sempre più decisivo. In sette partite ha segnato due gol (all’esordio contro l’Inter) e servito tre assist (tiratore di angoli e punizioni) affermandosi come tra i migliori affari di questo inizio di stagione. Discorso diverso, ma positivo, per quanto riguarda Inter e Juventus. De Boer sta ricercando ancora l’assetto ideale, ma Banega nel 4-2-3-1 dà l’impressione di poter essere uomo dal bonus facile. In sua assenza, garantisce Joao Mario. I bianconeri, dopo aver provato Dybala, hanno virato su Pjanic, più adatto al passaggio finale piuttosto che alla fase di costruzione. Si parla comunque di costosi top-player, che difficilmente sbaglieranno stagione.
La sensazione generale di queste prime battute stagionali è che investire sui trequartisti non paghi più (o comunque paghi meno che in passato). Questo anche in ottica fantacalcistica. Il rendimento di gran parte dei “dieci” rimasti in Serie A è assolutamente al di sotto delle aspettative ed i dubbi sorgono, sia nella testa degli allenatori che dei fantallenatori. Rivolgendoci ai secondi, è d’obbligo sottoporre una riflessione: valutando l’investimento, puntare sui trequartisti al fantacalcio paga ancora?