In Serie A il Napoli non ha ancora battuto lo Spezia. Nelle ultime due occasioni al Maradona i liguri hanno avuto ragione dei partenopei con due clamorose vittorie. Due gare molto simili. Napoli sprecone e distratto, Spezia resistente e al limite del principio di ottimizzazione. L’ultimo successo che il Napoli è riuscito a ottenere tra le mura amiche risale a più di quindici anni fa, quando nel marzo del 2007 gli azzurri ebbero ragione degli spezzini per 3-1. Allora, però, entrambe le squadre militavano in Serie B.

Spalletti dovrà sfatare un tabù in una gara che arriva con una serie di elementi non poco significativi. Dopo le brillanti vittorie ottenute con Lazio e Liverpool, torna l’interrogativo principe del Napoli della scorsa stagione e, considerando la prestazione non altrettanto brillante in casa col Lecce, anche quello d questo inizio di campionato. Il Napoli è in grado di darsi continuità con le cosiddette piccole? Se lo scorso anno i troppi passi falsi con squadre di bassa classifica sono costati lo scudetto, quest’anno gli azzurri saranno in grado di tornare a fare tanti punti in casa? 

Col Lecce, probabilmente complice una formazione ancora troppo prematura, sono emersi dei limiti tattici e di concentrazione che Spalletti non può più permettersi. Non in nome del singolo risultato, ma di quello che ormai questo Napoli è in grado di esprimere. Ecco che la partita con i liguri si presenta come la prova ideale tanto per spazzare alcuni spauracchi quanto per riallineare le ultime incertezze a un binario che le trasformi in una più solida continuità. 

L’assenza di Osimhen, brutta tegola per un organico che desidera conquistare maggiore affidabilità, dovrebbe indurre l’allenatore del Napoli a schierare Simeone dal primo minuto. L’entusiasmo dell’argentino, reduce da una notte magica contro i reds, assicura la spinta emotiva a un Napoli che però con una simile novità di formazione, stesso discorso anche per Raspadori, potrebbe cambiare anche un po’ volto sul piano tattico. Simeone garantisce fisicità e forza fisica, oltre che senso del gol, ma non ha le qualità perforatrici di Osimhen. Ecco che delle differenti caratteristiche della prima punta potrebbero fornire idee e meccanismi alternativi alla manovra offensiva del Napoli. 

È prevedibile un turnover, ma non nella stessa misura di quello visto col Lecce. In vista di impegni molto importanti (Rangers in Champions e Milan in campionato), Spalletti come si regolerà con uomini chiave come Anguissa e Lobotka? O con lo stesso Zielinski, che pare avviato verso una sorprendente inversione di rendimento rispetto alla discontinuità mostrata nella scorsa annata. Lozano dovrebbe rientrare tra i titolari, con Politano pronto all’uso a gara in corso. Anche in difesa potrebbe esserci qualche cambiamento rispetto alla formazione ammirata col Liverpool: Mario Rui e Ostigard dal primo minuto? 

La squadra di Gotti, invece, è reduce da quattro gare senza vittoria. Cabala a parte, i liguri conoscono il valore dell’avversario, che potrebbe essere diverso da quello affrontato e battuto nello scorso campionato. Holm e Reca avranno il loro da farsi per arginare la spinta degli esterni offensivi del Napoli. Il 3-5-2 dello Spezia scenderà in campo con una chiave tattica prudente e gli esterni pronti a fare da fluidificanti per ripiegare sui tre centrali difensivi. Bourabia avrà il compito di fronteggiare la mediana azzurra, con altri due centrocampisti che stringeranno in raddoppi e chiusure preventive. A Nzola e Gyasi la guida del reparto offensivo.

Lo Spezia ha la seconda peggior difesa insieme a quelle di Sampdoria e Cremonese (9 goal subiti). Contro quello che attualmente è il miglior reparto offensivo del campionato (12 goal) non è il più autorevole dei biglietti da visita. Inutile aggiungere che questi sono aspetti trascurabili se si tiene conto che Napoli-Spezia è un monito ancora amaro per i partenopei che staranno aspettando di poter rimuovere.