Si fa dalla parte meno preziosa del latte, il siero. Spesso con la vera e propria parte di recupero della lavorazione di altri formaggi. Si fa riscaldando il siero, lasciandolo crescere, finché non affiora il prodotto finito: dopo di che, si può finalmente mettere in vendita: è la ricotta. Formaggio che, da Roma in giù, spesso proprio per le proprietà della sua lavorazione e materia prima, in ambito calcistico si è sempre prestato a una riuscitissima metafora: speculazione, estremo guadagno dal proprio parco giocatori. “Fare la ricotta”, ovvero far crescere un giocatore al massimo del suo potenziale, e quando è pronto non beneficiarne, ma venderlo, guadagnandone il massimo possibile. Per poi ricominciare da capo.
Non sappiamo negli Usa come la chiamino e se sia possibile trovarla nei ristoranti, la ricotta. Ma mentre nell’ambiente della tifoseria giallorossa infuria la polemica dopo la notizia dell’imminente chiusura della cessione di Pjanic alla Juve, tra chi inveisce contro il bosniaco e chi contro la società, c’è chi rimpiange gli anni della presidenza Sensi: tanto cuore, poca speculazione. Esattamente quello che non si può dire, all’atto pratico, della proprietà statunitense, cinque anni dopo l’insediamento: zero trofei, plusvalenze tante, tantissime.
E, a maggior ragione per il fatto che il bosniaco rappresenta l'ultimo superstite della prima campagna acquisti della nuova Roma a stelle e strisce (da lì in poi 70 operazioni, una enormità). è possibile tracciare un bilancio delle operazioni più importanti, che hanno creato plusvalenza. In giallorosso si sono succeduti in tanti, che hanno lasciato lo stesso, identico souvenir: tanti, tanti soldi. Con le dovute eccezioni: Osvaldo, ad esempio: comprato a 16 milioni, venduto a 15 al Southampton. Una piccola minusvalenza di un milione. Un incidente di percorso, perchè la gestione "casearia" di Pallotta e soci parla chiaro: ecco le perle dei campioni della plusvalenza, compreso l'ultimo, mostruoso guadagno di 24 milioni per il bosniaco tra investimento iniziale e rivendita.
| Acquistato a: | Venduto a: | |
| VUCINIC | 9 milioni (Lecce) | 15 milioni (Juventus) |
| MARQUINOS | 5,7 miloni (Corinthians) | 31,4 milioni (PSG) |
| LAMELA | 17 milioni (River Plate) | 30 milioni (Tottenham) |
| BENATIA | 13,5 milioni (Udinese) | 28 milioni (Bayern Monaco) |
| ROMAGNOLI | - (Vivaio) | 25 milioni (Milan) |
| BERTOLACCI | 8,5 milioni (riscatto Genoa) | 20 milioni (Milan) |
| GERVINHO | 8 milioni (Arsenal) | 18 milioni (Hebei China Fortune) |
| PJANIC | 11 milioni (Lione) | 35 milioni (Juventus) |
| TOTALE PLUSVALENZE: | 129,7 MILIONI |
Quel che non si può certamente imputare alla Roma di Pallotta (e Sabatini) è di non saper vendere bene, Ma questo, ai tifosi, ormai abituati ad amare visceralmente i propri beniamini, e vederseli strappare, interessa molto relativamente. Specie se, alla voce trofei vinti, non c’è un 130, ma uno zero, bello tondo. Specie se adesso il sospetto è decisamente legittimo: sicuri che l'americano a Roma sia venuto per assicurare un futuro radiosa ai giallorossi?
Ezio Azzollini