“40 milioni di euro per non farlo giocare nel suo ruolo?”. E’ uno di quegli argomenti in grado di infiammare, ne siamo certi, la pausa-birra della vostra asta, passata da poco (specie dopo il fresco passaggio alla Roma), o a maggior ragione se ventura. Conosciamo bene il tipo di attaccante che Patrik Schick era nella Sampdoria: travolgente, in grado di fare reparto da solo, talmente di qualità da guadagnare progressivamente il primo posto nelle gerarchie di Giampaolo, fino a diventare titolare più o meno inamovibile nel suo posto, quello di centravanti. Un centravanti moderno, fresco e tecnico in grado di conquistare, nell’ordine, appetiti di Juventus, Inter, Napoli, Roma. Patrick Schick, quello della Sampdoria, hanno capito tutti chi fosse: un annunciato crack al Fantacalcio.

Già, ma lo Schick giallorosso? E’ questo il grande interrogativo per quei fantallenatori che, magari scommettendo su una sua permanenza alla Sampdoria in attesa della Juventus l’anno prossimo, prima del passaggio alla Roma, lo avevano preso nella loro fantasquadra, con nella testa il tipo di giocatore che avrebbe rappresentato in blucerchiato. Ma alla Roma? In quella slot, quella più naturale per l’attaccante ceco, occupata in pianta stabile (pochi dubbi in proposito) dall’ultimo capocannoniere Edin Dzeko, una macchina da +3 difficile da scalzare?

Difficile credere che Schick sia arrivato alla Roma, per la suddetta cifra, solo per fare il vice Dzeko, con tutto il beneficio di fiducia possibile su un lungo futuro dei giallorossi in Champions League, con il bosniaco maggiormente impiegato in Europa. E allora? Lui, il diretto intressato, Patrik Schick, alla presentazione con la sua nuova squadra ha messo le mani avanti, con tutta la fame di campo possibile, anche per le ultime vicissitudini di salute: ”In Nazionale ho sempre giocato come centravanti, che è il ruolo che prediligo. Ma non ho problemi a giocare a destra, tendo ad accentrarmi e calciare con il sinistro".

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Detta così, ciao ciao Defrel, salvaguardato almeno l’impiego da titolare per chi ha investito su Schick, e disperazione invece per chi ha scommesso sull’ex Sassuolo. Già, ma quanto salvaguardato, l’investimento per il ceco? Insomma, chi ha puntato sullo Schick doriano, potrà temere un numero di bonus inferiore, messo sulla destra, ad assistere Dzeko, da giocatore diverso rispetto a Defrel? Per non parlare di quel Salah del quale, confermato questo scacchiere, dovrebbe prendere l’eredità? Plausibile, credibile: perché Schick è un giocatore diverso dall’egiziano, in maniera lampante. E perché è vero che le reti del nuovo attaccante del Liverpool, lo scorso anno, furono 15, un’enormità di +3 per una “mezzala” (per quanto forzata sia la definizione), ma è anche vero che sulla panchina c’era Spalletti, l’uomo capace di valorizzare più di chiunque un giocatore del genere, in quella posizione di campo, così come sulla fascia opposta (gli investimenti dei fantallenatori per Perotti lo scorso anno e per Perisic quest’estate sono la riprova più palese).

Dunque, che resta ai fantallenatori di Schick, tra il timore di un campionato vissuto alle spalle di Dzeko, o quello di vederlo in una posizione più laterale e per definizione meno foriera di +3?

Forse c’è una terza via: detto che la somiglianza delle caratteristiche di Dzeko e Schick sconsiglierebbe a Di Francesco questa soluzione (ma certamente il ceco appare più mobile per la trequarti avversaria rispetto al bosniaco, e dunque all’occorrenza potrebbe prestarsi) c’è sempre la “pazza idea”. Che, tornando al calcio di solo cinque-sei anni fa, così pazza non è. Due punte, semplicemente. Una Roma a due punte, forti, capaci, e magari naturalmente non così reciprocamente ben assortite, ma ci si potrà lavorare. Difficile, ma non impossibile, chiaramente ripensando ad un centrocampo più in linea, e allo schema che fece le fortune della Roma di Spalletti. Per voltare definitivamente pagina.

Certo, Di Francesco fu preso anche perché il suo Sassuolo era tatticamente affine alla squadra spallettiana. Ma allora Schick non era neanche lontanamente nei piani giallorossi. Da Dzeko o Schick a Dzeko e Schick. Difficile, ma non impossibile. E, a quel punto, a piombare nello sconforto sarebbero i fantallenatori di Perotti ed El Shaarawy. Ma questa è un’altra storia…