Il mezzo passo falso della Juventus di domenica sera in casa dell'Atalanta continua ad essere oggetto di discussione nei salotti del calcio parlato, complici le massicce polemiche legate al VAR, che all'Atleti Azzurri ha mostrato sia il lato buono che quello cattivo dello strumento per come è concepito oggi: il gol annullato a Mandzukic, il rigore concesso per il fallo di Petagna, la dinamica dello stesso penalty con l'intervento della difesa dopo l'errore di Dybala, l'intervento di Caldara e Palomino ed Higuain quasi allo scadere. Sono tanti i fronti di discussione sui quali è doveroso fare un po' di chiarezza (sull'applicabilità e le logiche del VAR) finché il ferro è caldo. Chiarezza intesa sull'utilizzo del VAR, sugli aspetti del protocollo che lo regolano, e sulle motivazioni che hanno spinto l'arbitro a prendere determinate decisioni, non dunque una moviola della moviola in campo.

Prima di passare ai fatti, però, ricordiamo alcuni passaggi fondamentali sul VAR:

- il suo intervento è consentito solo su gol, rigori, espulsioni dirette e scambi d'identità;

- gli assistenti possono consigliare l'utilizzo dello strumento senza però prendere loro decisioni, e solo se secondo loro c'è un "chiaro errore" del direttore di gara;

- la revisione di un episodio può essere fatta sino all'inizio dell'attacking possession phase (APP).

Andiamo ora nello specifico.

GOL ANNULLATO A MANDZUKIC

In avvio d'azione Lichtsteiner colpisce con braccio largo Gomez, l'arbitro non giudica, il VAR gli fa notare che qualcosa non era andato secondo lecito svolgimento. Rivisitazione dell'azione, gol annullato e cartellino giallo al terzino svizzero. Tutto perfetto, applicazione sacrosanta e provvedimento disciplinare azzeccato. Due i dubbi da chiarire: l'intervento giudicato irregolare arriva con l'APP in corso (ed è proprio l'inizio di questa fase che viene valutata), il movimento di Lichtsteiner è più "imprudente" che da "vigoria sproporzionata" dunque giallo e non rosso.

RIGORE PER FALLO DI PETAGNA

Il movimento del braccio del calciatore dell'Atalanta è ingannevole, ed è per quello che in diretta l'arbitro interviene concedendo il rigore. Dalla regia arriva successivamente la segnalazione che ci potrebbe essere stato "chiaro errore", l'arbitro valuta il tutto a video (bene o male lo lasciamo giudicare ai lettori), ma le immagini evidentemente non lo convincono a tal punto da modificare la decisione presa. Premesso ciò, la scelta di insistere con la concessione del penalty non è errata perché l'arbitro non si convince del "chiaro errore".

INTERVENTO DIFENSIVO DOPO L'ERRORE DI DYBALA

Dagli undici metri Dybala si fa ipnotizzare da Berisha, ma al momento del calcio sono presenti in area più giocatori dell'Atalanta oltre al portiere, tant'è che uno di questi arriva per primo sul pallone e lo spazza via. Sarebbe stato un penalty da ripetere se l'arbitro se ne fosse accorto (inspiegabile come questa regola venga praticamente sempre ignorata, così come successo in Juve-Cagliari sul rigore di Farias parato da Buffon, per evitare strumentalizzazioni di quanto si sta sostenendo), ma il VAR non poteva mai entrare in gioco in tale circostanza perché una situazione del genere non rientra nei casi previsti dal protocollo. Per assurdo, però, è evidente qui una falla: se dopo la respinta di Berisha il primo a calciare, segnando, fosse stato un attaccante entrato in area prima del calcio di Dybala, il VAR avrebbe potuto segnalare l'irregolarità, e dunque il gol sarebbe stato annullato perché appunto irregolare.

CALDARA E PALOMINO SU HIGUAIN

Il doppio intervento contestuale dei due difensori dell'Atalanta sul centravanti bianconero non è stato visto dal direttore di gara o è stato valutato regolare, per quanto, come dinamica, è sembrato molto simile a quello di Mbaye su Eder in Bologna-Inter: lì l'arbitro decretò subito il penalty e trovò conferma nella valutazione video, qui il VAR non ha giudicato il doppio intervento come "chiaro errore" e dunque non è arrivata nessuna segnalazione poiché il contatto è sicuramente evidente, ma è soggettiva la valutazione dello stesso.

E' evidente, in definitiva, che il VAR sia uno strumento utilissimo per evitare strafalcioni o distrazioni dell'arbitro, o anche per valutare al meglio situazioni poco leggibili dall'occhio umano, ma va trovata in fretta un'uniformità d'uso, oltre al fatto che vanno anche smussati alcuni angoli che evidentemente prestano troppo il fianco (il problema non è quando viene utilizzato, bensì quando non viene chiamato in causa in situazioni in cui sarebbe bene che chi di dovere si prendesse responsabilità chiare) ad una confusione che in pochi, fra l'altro, tentano di sistemare.