Di Monia Bracciali

 

Hanno giocato venti minuti in una nebbiosa trasferta a Bergamo di cui nessuno si ricorda. Hanno fatto gol alla Cremonese tanti anni fa, ma poi, a ripensarci bene, forse era stato qualcun altro. Sono VIP (Very Improbable Players), giocatori molto improbabili, calciatori che hanno sfiorato appena il nostro calcio, allontanandosi senza quasi lasciare traccia nella memoria collettiva.

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Raffaele Auriemma aveva scelto per lui il soprannome “Alcatraz”. Bertrand Crasson al carcere – non quello più famoso del mondo – ci è andato poi molto vicino. E sì che il difensore belga di ambizione ne aveva da vendere, forse la spacciava pure. É quello che pensò chiunque, quando nella sua prima conferenza stampa di presentazione al Napoli disse: “Non mi sento inferiore a Ciro Ferrara”. Era il 1996, il primo campionato post sentenza Bosman, dove era possibile tesserare un numero illimitato di stranieri comunitari. Nell'ottobre dello stesso anno andò in onda la prima puntata della soap, ambientata a Napoli, “Un posto al sole”: una sorta di compensazione al campo da calcio e al San Paolo dove andava in scena la genesi del Napoli peggiore degli ultimi trent'anni di Serie A, eccezion fatta per la finale di Coppa Italia raggiunta e poi persa, col Vicenza. 

 

Crasson arrivò proprio in quel campionato, il 1996-97, ultimo picco di modesta gloria prima della tribolazione da retrocessione. Nato a Bruxelles nel '71, Bertrand iniziò a giocare nelle giovanili dell'Anderlecht e con i biancomalva conquistò in tutto sei campionati e una Coppa del Belgio. Gli almanacchi riportano 151 presenze in prima squadra e 13 gol. Non male. 

 

Non male lo pensò anche la dirigenza del Napoli di Ferlaino presidente, che lo portò in Italia a parametro zero, poiché a fine contratto col club belga. Crasson si fece decisamente i fatti suoi in quegli ultimi mesi da giocatore dell'Anderlecht. Il web all'epoca era ancora cosa poco frequentato ed esplorato ma pare che la società venne a sapere del suo trasferimento in Italia proprio attraverso internet.

 

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Uno dei rari sorrisi napoletani di Crasson (Getty Images)

 

La prima stagione di Crasson se ne andò nel completo anonimato o quasi. Unica nota di rilievo la capacità di lanciare il pallone a lunghissima traiettoria, nelle rimesse laterali. Non fu ben chiaro che contributo di rilievo potesse dare alla squadra il neo acquisto. Tuttavia il posto in Nazionale non lo perse mai e anzi riuscì a ritagliarsi un momento di gloria durante una partita di qualificazione mondiale – Galles-Belgio – giocata il 29 marzo del '97. Un Bertrand illuminato s'inventò un gol alla Del Piero

 

 

 

La sua ambizione e il suo orgoglio ricevettero sicuramente una spinta, testimoniata da quanto accadde durante un Napoli-Fiorentina terminata 2 a 2 e sulla quale il Corriere della Sera - e non solo - alimentò qualche sospetto sul fatto che fosse “aggiustata”. Era il 19 maggio del '97 e i viola giocarono solamente nel primo tempo andando in vantaggio con una doppietta di Oliveira. Nella ripresa la squadra toscana lasciò debolmente il possesso palla agli azzurri che raggiunsero il pari con Aglietti al 69' ed Esposito a otto minuti dalla fine. Montefusco decise di far partire titolare Crasson invece che Bordin, salvo cambiare idea dopo soli 18 minuti di gara. Crasson assistette incredulo al quarto uomo a bordocampo che fece brillare sul tabellone il suo numero e non riescì a non piangere di rabbia e delusione: "Nella mia carriera nessuno mi aveva mai umiliato in questo modo", disse riferendosi alla scelta del tecnico.

 

In ogni caso c'era ancora il prossimo anno per digerire l'umiliazione e combinare qualcosa di buono ma fu la stagione dove il Napoli precipitò in B. Solo 14 i punti conquistati, quattro gli allenatori macinati: Mutti, Mazzone, Galeone e Montefusco. Si trattò della prima retrocessione della presidenza Ferlaino, dopo ben 33 anni consecutivi in Serie A.

 

L'esperienza del belga sul Golfo terminò in modo pessimo (44 presenze e zero reti) E così a Crasson non restò che tornare in Belgio per giocare fino al 2003 nell'Anderlecht, poi nel Lierse e infine chiudere la carriera nel 2005 con la maglia del Brussels

 

L'ex difensore belga diventò poi commentatore di una rete televisiva nazionale e agente di calciatori ma l'esperienza in Italia rimase per lui una macchia e come poteva non ha risparmiato attacchi al nostro campionato e alle due stagioni al Napoli. Nel 2011 fecero un modesto scalpore alcune sue dichiarazioni rilasciate in un'intervista al canale “Rtbf”: “C'erano molte flebo all'epoca e non si sapeva cosa contenessero – disse - Mi facevano fleboclisi, due volte alla settimana. Mi dicevano che erano sali minerali, ma se poi erano altre cose… C'erano analisi delle urine ogni settimana ma è un'ipocrisia”. Testimonianza che passò inosservata o quasi anche perché Crasson fece parlare molto più di sé quando, sempre nel 2011, venne arrestato per aver tentato di strangolare la moglie Sophie durante una lite (questa la versione iniziale). La vicenda rimane ancora oggi molto fumosa seppur ricostruita con tanti dettagli (forzati?) dalle testate belghe. L'ex giocatore venne comunque rilasciato dalla polizia nel giro di poche ore poiché non fu riscontrata l'accusa della coniuge. Oggetto della lite tra la coppia che non si risparmiò in lividi, i soldi riservati all'attività aperta insieme a Uccle che Sophie sperperava, stando alla versione del marito:É stata lei ad aggredire me – disse Crasson – Sì, stavamo litigando perché lei spreca il denaro di questo negozio di cui anche io sono socio”. I due sporgono entrambi denuncia l'uno verso l'altra: “Non è vero che mia moglie è stata portata in ambulanza dopo la lite. La deve smettere di usare e danneggiare la mia immagine”.

 

 

La tv belga “DH.be” trasmise il video della disputa, visto che il locale era dotata di telecamere a circuito chiuso:

 


 

 

L'opinione pubblica belga si spaccò in due parti: quella che ritenne Bertrand vittima della voglia di denaro e popolarità della moglie e l'altra che stava dalla parte di Sophie. 

 

Su facebook è ancora in piedi il gruppo di sostegno (“Soutien à Bertrand Crasson agressé et piégé par son ex-femme et la DH”)per difendere le ragioni dell'ex difensore del Napoli e che va contro la gogna mediatica a cui fu sottoposto dopo la divulgazione delle immagini della lite. Nato nell'autunno del 2011 il gruppo conquistò un picco di 37 membri per arrivare ad averne attualmente 13.

 

Fonti:

La Gazzetta dello Sport
Il Mattino
Il Corriere della Sera