Ieri l'ennesima bomba, che segue oltre un anno di voci, rumors, comunicati e smentite. Il Milan sta per dire addio a Berlusconi, e viceversa: e, stavolta, diversamente dalla trattiva con mister Bee, mediante la cessione della maggioranza societaria.

In questi giorni il Cavaliere sta discutendo la cosa con la famiglia (già da tempo concorde a salutare il club) e con Fininvest, proprietaria della società rossonera. Nella prossima settimana l'attesa firma sul documento che concederà l'esclusiva alla cordata cinese interessata al Diavolo: Alibaba di Jack Ma, si dice, oppure l'Evergrande Real Estate Group che già ha chiamato a sè Cannavaro e Lippi per il Guangzhou. E che accetterebbero di buon grado il passaggio, in dirigenza, magari da Direttore Tecnico, dello stesso ex CT campione del Mondo per far ripartire la macchina di via Aldo Rossi.

Sul piatto ci sono circa 720 milioni, 500 dei quali subito per il 70% del club. Gli indugi sono stati rotti, ora si contano i giorni. Poi il Milan italiano, dei Berlusconi, diventerà passato. Ed una nuova era cinese è pronta a sorgere. Ed in questa fase di stallo, in attesa della finale di Coppa, il Presidente ha anche voluto avere un colloquio telefonico con Brocchi per tranquillizzarlo: la richiesta, però, è chiara. Servono risultati, e subito, a partire dalla gara contro il Frosinone.

LA SMENTITA DI MR ALIBABA Arriva su Weibo, la la versione cinese di Twitter, l’ironica smentita social di Jack Ma, il proprietario del colosso dell'e-commerce Alibaba, alle voci secondo cui sarebbe coinvolto nella cordata cinese all’opera per rilevare le quote di maggioranza della società rossonera. "Il Milan è nella città italiana di Milano?" scrive Jack Ma, l'uomo più ricco d'Asia sul suo profilo social, come riporta l’agenzia cinese Xinhua. “Ho sentito che Mike Tayson dei Lakers di recente ha viaggiato a Milano, ma non sono sicuro si trattasse del Milan. Ora Yao Ming sarà nei guai".