Un centrocampista come Tiemoué Bakayoko il Napoli non ce lo ha mai avuto, e forse non lo ha neanche mai seriamente cercato, essendo stato costruita - nel tempo - per «sentirsi» bello e lusingare l’estetica e il palleggio: e un gigante che sfiora il metro e novanta, che sappia eventualmente opporsi persino da solo là in mezzo, che consenta (innanzitutto) di mettersi a due, in un’epoca densa di tridente, magari non gli serviva. Però nulla è per sempre e dalla magica ossessione del 4-3-3 ne è uscito ora anche Gattuso, che ad un certo punto s’è seduto nella sua stanza Cristiano Giuntoli ed ha deciso di cambiare il Napoli. «Che dici?». È stata una trattativa lampo, aperta e chiusa proprio nel last minute, e su basi invitati: prestito oneroso di un milione di euro, con il Chelsea che però ha offerto la propria compartecipazione al 50% all’ingaggio di quattro milioni netti. Quello che si dice, un affare.

Napoli, Gattuso può contare su Bakayoko

Bakayoko si porta appresso una carriera mica da poco, come se avesse fatto vari master in giro per l’Europa e tra Inghilterra, Francia e Italia ci sono 229 partite, collezionate tra il Rennes, il Monaco, il Chelsea e il Milan. Poi ci ha aggiunto una certa familiarità con le imprese, come quella con il Monaco, l’unica in grado, dal 2012, di spezzare l’egemonia del Paris Saint Germain. E infine ha sistemato nel cuore del Napoli mica soltanto i centimetri, perché intanto intorno a sé ha sparso quella serenità che a Fabian Ruiz probabilmente è mancata per mostrarsi - contro l’Atalanta - per quello che è, un genio ancora tutto da comprendere del calcio. 

Bakayoko all'esordio con il Napoli (Getty Images)
Bakayoko all'esordio con il Napoli (Getty Images)