Al momento l'unica certezza è quella della ripresa degli allenamenti collettivi il 18 maggio, qualora la FIGC modifichi il protocollo seguendo le indicazioni del comitato tecnico scientifico. Un passo che potrebbe aprire, comunque, una porta decisiva per la ripresa del campionato di Serie A. A parlarne, anche con un certo ottimismo, è ancora una volta Sandra Zampa, Sottosegretaria di Stato alla Salute, in un'intervista rilasciata a Radio Kiss Kiss: "Le modifiche del protocollo della Figc sono dettate da una necessità di mettere in sicurezza gli atleti e tutti quelli che ruotano intorno a loro. C'è la possibilità di riprendere gli allenamenti di squadra e mantenere le premesse per tornare a riaprire la Serie A. Intanto ci si ricomincia ad allenare, i nostri atleti devono entrare in ritiro una volta testati ed essere risultati negativi. I giocatori testati devono andare in ritiro e vivere in una sorta di bolla asettica. Tutti i sani con i sani restano sani. Il virus si propaga con un contatto di 15 minuti da persona malata a persona sana. Così si consente loro lo stato di perfetta salute. Un nuovo positivo all'interno di un club? Si ferma tutto, senza dubbio! Scatta automatica la quarantena e si ferma anche il campionato. La Serie B? La decisione spetta al ministro dello Sport, da quello che so si è preso un'altra settimana per valutare non solo la Serie B, ma anche agli altri sport di squadra".

Protocollo, le nuove richieste

Secondo le ultime indiscrezioni, una delle indicazioni del comitato tecnico scientifico, sarebbe quella di far rimanere in isolamento le squadre per 15 giorni alla ripresa degli allenamenti collettivi. Secondo i tecnici, solo dopo due settimane di isolamento delle squadre, sarà possibile valutare la possibile ripresa delle partite, ovviamente a porte chiuse. Fattore che farebbe slittare la decisione, comunque, di almeno un'altra settimana ma che in caso di risultati positivi darebbe quasi la certezza di una ripartenza per la metà di giugno. Come scritto ieri le altre richieste solo la quarantena di tutto il gruppo dopo un contagio e la responsabilità del medico sociale. Quest'ultima richiesta sta facendo già discutere e non poco.