Il 30 giugno è, da sempre, un giorno simbolico nel mondo del calcio: questa è la data in cui si concludono i contratti tra i giocatori e le loro rispettive squadre, giorno di addii, rabbiosi o malinconici che possano essere.
Nella Juventus saranno in 4 a svincolarsi: il difensore Martin Caceres, salutato con una lettera dalla società bianconera, l'islandese Hörður Magnússon, il portiere verdeoro Rubens Fernando Moedim, meglio noto come Rubinho, ed infine un giocatore che non troverà molto spazio sotto la voce "rimpianti" dell'ultracentenaria storia della società piemontese.
Il quarto moschettiere, meno noto di un Boumsong qualunque, risponde al nome di Jorge Andrés Martínez. Proprio da queste colonne, poco più di un anno fa, vi avevo raccontato l'assurdo caso legato al rinnovo del suo contratto; da allora le cose non sono cambiate di molto: nell'ultima stagione l'ex Catania ha messo assieme 6 presenze, tutte da subentrante, con la maglia dello Juventud de Las Piedras, per un totale di 72 minuti.
I tifosi della Juventus non saranno certamente dispiaciuti di questo addio, considerando le imbarazzanti prestazioni dell'esterno con la maglia della Vecchia Signora, ma ancora più felici di questo avvenimento saranno le casse dei campioni di Italia che si alleggeriranno del peso dei due milioni di Euro lordi sborsati ogni anno per lo stipendio di Martinez.
Quello di El Malaka rimane ancora un mistero che neppure il miglior Roberto Giacobbo potrebbe risolvere, un'intera stagione di Voyager non sarebbe infatti sufficiente a spiegare l'incredibile declino di questo giocatore, tanto incisivo in quel di Catania quanto impalpabile nel resto della sua carriera.