"Su Internet non si scrive a matita, ma con l'inchiostro".

 

La massima è tratta da The Social Network, film di David Fincher del 2010 che racconta la genesi di Facebook, il social più popolare al mondo.

 

Questo per dire che da quando esiste Internet tutto quello che viene detto o scritto pubblicamente resta indelebile nella memoria virtuale collettiva. Pronto ad essere tirato furi non appena se ne verifichi l'opportunità. E quando si dice una castroneria l'effetto boomerang, anche dopo anni, è tanto veemente quanto inarrestabile.

 

Ne sa qualcosa Piero Fassino, attuale sindaco di Torino, ormai meglio conosciuto come Il Profeta Fassino dopo la celebre dichiarazione del luglio 2009 quando, intervistato su Repubblica Tv, invitava Beppe Grillo a fare un partito e presentarsi alle elezioni per verificare la sua forza elettorale. Consiglio che il comico geneovese ha seguito alla lettera con i risultati che tutti conosciamo. L'effetto è talmente esilarante che la rete si è scatenata contro l'esile esponente del PD attraverso tutti i mezzi possibili. Qualcuno non ha ancora smesso di ridere.

 

 

Ma Fassino non è l'unica vittima del boomerang della memoria virtuale. L'inchiostro di Internet questa volta se l'è presa con Aldo Agroppi, fumantino opinionista televisivo di Piombino, bandiera del Toro tra la fine degli anni 60' e i primi 70'. L'ex mediano tempo fa si è reso protagonista di un Epic Fail in perfetto stile fassiniano su un certo Robert Lewandowski. O Mettowski, come direbbe lui:

 

 

La battuta è travolgente, le risate grasse, tanto che prima di continuare il conduttore è costretto a mandare la pubblicità per far cessare l'ilarità in studio. Chissà cosa pensa il baffuto opinionista adesso che Bob Lewandowski è l'uomo del giorno, l'attaccante più desiderato d'Europa, conteso da Bayern e Manchester United su una base d'asta di 30 milioni di euro.

 

Fassino la direbbe così: "se questo Lewandowski vuole fare l'attaccante, che scenda in campo e poi vediamo quanti gol segna". Ad Agroppi chiediamo: allora, era meglio Lewandowski o Mettowski?

 

 

Fabio Galluzzo