L’esonero di Di Francesco dalla guida tecnica del Sassuolo e il successivo approdo in neroverde di Alberto Malesani non hanno portato i frutti sperati ma, anzi, hanno peggiorato, nonostante una campagna acquisti invernale importante, la situazione in classifica. 5 sconfitte consecutive sono un pesante macigno per il morale ma soprattutto per la classifica.
La sconfitta di Livorno aveva fatto saltare la panchina di Di Francesco che, nonostante la vittoria con il Milan di due settimane prima, ha dovuto fare armi e bagagli pagando pure per la brutta sconfitta interna con il Torino.
Il presidente Squinzi assieme a Bonato e Rossi avevano ritenuto ormai concluso il ciclo Di Francesco ormai in balia degli eventi e non più padrone di modulo e spogliatoio. Il bel gioco (o il provare a farlo) è stato accantonato in favore di Alberto Malesani, esperto e cinico quando si parla di risultati.
L’idea della proprietà era proprio quella di badare il più possibile al concreto, meglio 5 difensori che 3 punte, meglio i punti che il gioco e, soprattutto, fine della pazienza.
Nessun “bonus temporale” per amalgamare i nuovi acquisti.
Alberto Malesani succede a Di Francesco.
Scapigliato, ha scosso la squadra solamente dal punto di vista verbale.
La prima di Malesani è tutt'altro che un trionfo. Non c’è scampo tra le mura amiche: con il Verona di Setti, Sogliano e Mandorlini è il Sassuolo a ingoiare l’amaro boccone osservando da lontano una neopromossa che gioca a calcio, quello vero.
Poi Inter e Napoli. Due sconfitte brutte per l’atteggiamento della squadra e che ha mostrato limiti dal punto di vista fisico. Dove non arriva la tecnica, quando si parla di neopromosse, dovrebbe arrivare la corsa. Nemmeno quello.
Il Sassuolo cade anche nel posticipo, in modo rocambolesco, contro una Lazio che non fa la Lazio. Azione, reazione e il Sassuolo dopo aver pareggiato torna sempre sotto, fino al triplice fischio.
Per Malesani fanno 4 sconfitte su 4.
Nonostante questi risultati drammaticamente reali, il Sassuolo ha ancora la possibilità di salvarsi: 2 punti dietro al Catania, 3 dietro al Livorno, 4 da Bologna e Chievo che, ad oggi, sarebbero salvi. Il gigantesco "ciapanò" delle compagne di fondo classifica è un caro alleato. Inoltre, la caratura dei concorrenti non spaventa, Catania a parte. I siciliani hanno qualcosa in più e, sulla carta, dovrebbero farcela. Ma solo loro. Il Livorno è discontinuo e vive delle folate di Paulinho, il Bologna, orfano di Diamanti, è poca roba; il Chievo sta arrancando. Le potenzialità di salvezza non sono immaginarie ma la strada rimane dura, durissima.
Se Malesani perderà domenica, in casa, contro il Parma sarà fuori: tornerà probabilmente Di Francesco e il lavoro di amalgama di questi mesi sarà praticamente da accantonare. Una sconfitta getterebbe il gruppo ancora più in basso e i troppi cambi di intenzioni della dirigenza potrebbero affossare mentalmente una squadra ancora poco omogenea.
La gara con il Parma potrebbe dunque già essere da dentro o fuori, sia per Malesani che per il Sassuolo.
Pietro Turchi