Lo devo ammettere. La proprietà intellettuale di questo accattivante quanto azzeccato titolo che Vi ha spinto a regalarmi pochi minuti del Vostro tempo non mi appartiene. Il merito è tutto di alcuni tifosi del Milan, ieri l'altro protagonisti di una polemica dura e senza (o quasi) precedenti nella recente storia rossonera, che hanno così parafrasato un recente remake del noto successo dell'interista Max Pezzali, ai tempi ancora in formato 883, di Jake La Furia, rapper che tanto di moda sembra andare nella nostro Bel Paese in versione gangsta. Ma gusti musicali a parte e magone per gli anni della vera musica che fu, è il Milan il vero oggetto dell'attenzione al centro di una crisi profonda e apparentemente senza risoluzione.

 

Perchè è a questo che pensa un bravo direttore d'azienda quando le cose cominciano ad andare male. Analizzare analiticamente i problemi sorti, passare al vaglio le possibili soluzioni e scegliere quella per probabilità logica e statistica più verosimilmente efficace: se Zamparini fosse qui con noi, avrebbe già fermato tutti alla parola problemi e avrebbe urlato all'esonero, numeri alla mano, inutile negarlo, la soluzione più rapida e abusata della storia, quantomeno recente, del campionato italiano. Ma Berlusconi non è stato mai tipo da cambio in corso d'opera, e le rare volte che in quasi trent'anni di gestione il presidente ha ceduto alla tentazione lo ha sempre fatto con una certa riluttanza. Tutto vero, se solo fosse il Milan il primo dei pensieri di un Cavaliere non più tale e alle prese con ben altri problemi. E, del resto, come biasimarlo. O forse no. Ma non è questo il punto: perchè vuoi per il papi inadempiente, vuoi perchè così sarebbe andata a finire prima o poi, Barbara, figlia e simbolo di una meritocrazia pronta a stupire e di un nuovo che avanza inesorabile, è pronta a prendere il comando. Con buona pace di Galliani.

 

Ma Adriano fesso non lo è mai stato, e per lasciare il Milan la buonauscita l'ha chiesta eccome: una cifra che tra alti e bassi potrebbe arrivare anche a 50 milioni. E se fosse davvero Barbara a comandare, neanche il buon Max Allegri, negli anni difeso sempre da Galliani e che, come lo stesso mister ha ricordato, ridendo e scherzando è quattro anni che è li, sarebbe a rischio, come se dopo il tredicesimo posto in classifica, Cagliari permettendo, ci fosse il bisogno di puntualizzarlo. C'è chi si augura che i suoi giorni siano agli sgoccioli, ma probabilmente la verità è un'altra, racchiusa in uno striscione, come si diceva, tanto accattivante quanto azzeccato. Oltre che obiettivamente troppo bello.

 

Il Milan ha una rosa per certi tratti imbarazzante, composta da giocatori cui potrebbe competere al massimo l'Europa League volendo fare i generosi. Sono oramai anni che il Milan non spende più, e quando ha deciso di farlo o ha trovato un aiuto inaspettato o semplicemente lo ha fatto male. Nomi, situazioni ed occasioni li lascio alla Vostra fantasia. Il rossonero è oramai un colore spettro di se stesso, sbiadito e abbandonato al suo destino che adesso si vorrebbe tentare di riprendere. Ma i problemi sono tanti, forse troppi, e ridurli ad un'incapacità, magari perchè no, anche effettiva del solo allenatore, pare utile ma soprattutto produttivo quanto una linea difensiva composta da Abate, Bonera, Zapata e Constant. Manca la pecunia, quel sistema di plutocrazia che ha deciso di abbandonare quello rossonero glorioso e vincente. Ma i soldi per silurare Galliani e far posto a Barbara quelli si che non mancano. Salute a te, Adriano, vero toppleier di questi colori.

 

 

Andrea De Pasquale