Venerdì sera era una partita fondamentale per la Juventus, non uno scontro diretto, ma anzi una di quelle partite "facili" sulla carta necessaria a portare a casa una vittoria e tre punti a dir poco fondamentali in ottica qualificazione Champions League. I bianconeri non hanno perso, e questa è tristemente già una notizia, ma non hanno neppure vinto, riuscendo a recuperare il doppio svantaggio che il Cagliari le aveva inflitto grazie ai due rigori trasformati nel primo tempo. 

I bianconeri si sono presentati alla Unipol Domus del capoluogo isolano schierando il consueto 3-5-2, ma con un leggero turn-over. Tra i pali il recuperato Szczesny, difeso dal solito terzetto Danilo-Bremer-Gatti, a centrocampo le novità sono rappresentate da Weah e Alcaraz con Cambiaso riportato sulla sinistra, Locatelli a dirigere le operazione e Rabiot come interno di sinistra, in attacco il tandem Vlahovic-Chiesa. Dall'altra parte Ranieri sembra aver trovato la quadratura con un solido 3-4-2-1 con Shomurodov ad aprire i varchi per gli inserimento del velocissimo Luvumbo e del più tecnico Gaetano, in mezzo a fare legna Makoumbou e Sulemana, aiutati dal sempre generoso Nandez e Augello sugli esterni, difesa arcigna guidata dall'esperto Dossena con Mina e Hatzidiakos ai suoi lati, in porta l'ex bambino prodigio Scuffet. 

Che non sarà una serata facile per la Juventus lo si capisce dopo pochi minuti di gioco quando in uno scontro aereo Alcaraz ha la peggio ed è costretto a farsi medicare per la ferita che gli si apre. Nonostante lo scontro avvenga in area di rigore nessuno dei bianconeri accenna alla minima protesta, anche se dalle immagini televisive appare immediatamente chiaro che l'intervento di Mina sia falloso. I bianconeri appaiono ancora una volta incomprensibilmente rinunciatari e anche quando il Cagliari gli lascia il pallino del gioco si ha la netta sensazione che Vlahovic e compagni non sappiano esattamente cosa farsene, senza spazio in profondità da attaccare la manovra bianconera ristagna a ridosso della linea di metà campo con un giro palla tanto lento quanto stucchevole. Visto che questa Juventus non può far paura a nessuno in Serie A più passano i minuti più il Cagliari prende coraggio ed alza il proprio baricentro venendo premiato con un calcio di rigore assegnato alla mezz'ora per fallo di mano di Bremer, rigore trasformato con sicurezza da Gaetano. Passano appena sette minuti e il Cagliari raddoppia, ancora su calcio di rigore, realizzato questa volta da Mina che, come il compagno in precedenza, spiazza Szczesny incrociando alla sua destra, della Juventus feroce del girone di andata nessuna traccia.

La ripresa si apre con un cambio offensivo per i bianconeri con Allegri che per la prima volta manda in campo contemporaneamente Chiesa, Vlahovic ed Yildiz. L'inerzia della partia sembra cambiare leggermente con Yildiz che prova a portare fuori zona i difensori del Cagliari, ma senza che i compagni bianconeri ne assecondino troppo la verve. Al 62' arriva la rete che riapre i giochi con un calcio di punizione di Vlahovic che sorprende Scuffet aggirando la barriera sul primo palo. Il serbo, caricato dalla rete segnata, prova a scuotere i suoi tentando anche il clamoroso gol in rovesciata, ma senza inquadrare lo specchio della porta. Con il passare dei minuti i bianconeri provano ad aumentare il pressing e le soluzioni offensive con Allegri che manda in campo anche Milik. Il premio, piuttosto immeritato, per la Juventus arriva all'87' quando Dossena spedisce alle spalle di Scuffet un cross velenoso di Yildiz. Nei minuti di recupero il talentino turco va vicinissimo a regalare anche la vittoria ai bianconeri, ma la sua conclusione è debole e il portiere cagliaritano blocca senza troppi problemi.

Quella che è andata in campo venerdì è stata ancora una volta una Juventus senza alcun mordente, senza alcuno spirito combattivo e l'episodio in apertura con il netto fallo di Alcaraz senza che nessuno accenni la minima protesta ne è stato l'esempio più lampante. Per una squadra che ha ancora un obiettivo importante in ballo non è possibile avere questo tipo di atteggiamento e sperare nei risultati negativi delle dirette concorrenti o, ancora peggio, nel raggiungimento del quinto posto grazie alle prestazioni europee delle altre compagini italiane. Attualmente la Juventus si trova distante cinque punti dal Milan e ne ha altrettanti di vantaggio sul Bologna, ma nessuno tra gli appassionati bianconeri sogna un controsorpasso nei confronti della squadra rossonera, quanto teme la rimonta dei rossoblu e anche della Roma attualmente quinta. Una situazione inaccettabile per una squadra del lignaggio della Vecchia Signora, ma che nessuno in campo e nell'area tecnica sembra voler ribaltare con prestazioni di livello. Per i bianconeri ora mancano quattro partite al termine del campionato, dopo di che ci si dovrà sedere al tavolo e discutere seriamente del futuro, nella speranza di essere riusciti, in qualche modo, a qualificarsi per la prossima edizione della Champions League, traguardo che darebbe anche ampio respiro alle casse della società.