Ti sentivi forte, imbattibile, e anche un po’ onnipotente. Ti pareva di essere un po’ più alto, un po’ più biondo, e perfino i tuoi occhi ti parevano un po’ più azzurri.

E forte lo eri sul serio. Laddove non c’era la doppietta di Dzeko, c’era quella di Milik. E quando non c’era nessuna delle due, c’era quella di Iago Falque. Ti sentivi forte, perchè forte probabilmente lo eri davvero.

Sei ancora primo (del resto non si gioca, in questa pausa Nazionali che pensavi ti lasciasse tranquillo per un weekend, e invece è stato un incubo peggiore che se si giocasse), ma ormai lo sai, la magia s’è rotta, come il crociato del polacco. Una storia triste, che è solo la tua, in mezzo a quelle di tanti fantallenatori disperati.

Perchè, cambia Dzeko e mettici un partner d’attacco, togli Iago e mettici un big di centrocampo qualsiasi, questa è la storia di tanti, tantissimi, una miriade di fantallenatori che aveva scommesso su Arkadiusz. E aveva vinto: perchè le medie realizzative di Milik in azzurro non impallidivano di fronte a quelle di Higuain, ad un prezzo enormemente più vantaggioso. Ma tutto è compiuto, come insegna Forrest Gump: shit happens. E questo Polonia-qualche cosa se lo ricorderanno a lungo migliaia di fantallenatori, che fin dalla serata di ieri hanno inondato le nostre pagine social.

In onda tutto il palinsesto: da vittimisti (e ci mancherebbe), agli eroi dei nostri tempi che hanno realizzato la combo Joao Pedro-Milik, ai supporter bianconeri che “visto, a gufare Higuain? Specchio riflesso, chi lo dice lo è, scemo chi legge”. Fino all’ultima schiuma del fantacalcista bilioso: il possessore d’un polveroso Gabbiadini che ti gongola in faccia, così senza pudor. Il dramma (umano e sportivo) dell’attaccante polacco è solo un’appendice allo sliding doors fatale di molte fantaleghe. Tra cui la tua, proprio la tua, che avevi creduto nel polacco in saldo, che sognavi gloria e contante a maggio, e che mi leggi chiuso nel tuo dolore: non sei solo. Vieni qui, e abbracciami.

Polacco, da parte di padre, era anche il signor Bukowski. Che una volta ha scritto, a proposito di chi vuole scrivere: don’t try. Nun ce provà, lassa perde, nun t’allargà, in stretto slang californiano. Non sognare gloria o contante, non ne vale la pena: arriverà un Polonia-qualche cosa a portarti via tutto.

Non sognare, non osare, un Milik non fa primavera, specie quando la sua primavera finisce in autunno. All’alba di una fantalega che sognavi d’oro, e sarà da incubo. Don’t try. Tanto, anche quest’anno, si vince l’anno prossimo.

Ezio Azzollini