Ieri sera si è giocato il 140esimo derby capitolino, terminato in pareggio con il risultato di 1-1. Francesco Totti ha giocato la sua 36esima stracittadina e con il suo rigore ha raggiunto Delvecchio e Da Costa in testa alla classifica dei marcatori nel derby romano, realizzando il suo "record più bello che lo ha fatto godere come un maiale". C'era anche Miroslav Klose, talismano che questa volta ha fallito sia sul campo, fornendo una prestazione deludente, che nella cabala, visto che la Lazio questa volta non ha vinto.
Purtroppo, per le vie di Roma, si è rivista quella signora che partorisce idioti in quantità industriale. Già, perchè se molti tifosi, quelli veri, aspettavano con ansia la stracittadina romana, c'era anche una piccola frangia di persone pronta a creare disordini. Non sto qui a scrivervi i numeri degli accoltellati e dei feriti presso ponte Milvio e le altre vie romane, visto che per il mio modo di vedere, anche un solo episodio negativo, in tal senso, è troppo.
Non riesco ancora a capire il perchè, ma queste occasioni risvegliano in alcuni un animo dal sapore becero. Chiamare tifosi i protagonisti degli scontri vergognosi avvenuti ieri pomeriggio, sarebbe un'offesa a coloro che si recano allo stadio per inneggiare alla propria squadra e, perchè no, gridare sani sfottò agli avversari che nascono e muoiono all'interno dello stadio, senza portare strascichi polemici. La domanda che vorrei porre a questi individui è: cosa scatta nel vostro cervello, qualora questo fosse rinvenuto, alla vista di un tifoso avversario?
E non mancano le cariche alle forze dell'ordine. Sarebbe carino sapere, nel caso in cui uno degli idioti in questione dovesse denunciare un furto, a chi si rivolgerebbe. Già, perchè la scelta è ardua. Chiamare la polizia o i carabinieri potrebbe essere controproducente: se dovessero avere un passamontagna a portata di mano, per coprire il loro volto vigliacco, la loro indole potrebbe portarli ad aggredirli. Restano quindi aperte le ipotesi Superman e Batman, con il secondo favorito, vista la maschera che gli copre il volto.
La mia speranza è che un giorno la loro mente malata (non mi venite a dire che si tratta di persone sane) possa un giorno guarire per potersi poi vergognare di quanto fatto (sono conscio, purtroppo, di essere sonnambulo mentre scrivo questo pensiero e che al suono della sveglia tutto sarà come prima).
Antonio Pellegrino