“Amo Napoli perché mi ricorda New York, specialmente per i tanti travestiti e per i rifiuti per strada. Come New York è una città che cade a pezzi, e nonostante tutto la gente è felice come quella di New York”, Andy Warhol

 

Ancora una volta una parte dei media estrapola parzialmente una dichiarazione e ne fa un titolo giornalistico a proprio uso e consumo. Se la fidanzata di un calciatore scrive che Napoli è bella, e che lo sarebbe ancora di più se non fosse per i suoi problemi, un po’ scopre l’acqua calda e un po’, senza saperlo, porge il fianco ai soliti impiegati di certi sistemi mediatici che da alcuni decenni, grazie alla politica e ai cambiamenti sovranazionali, fanno affari speculando sull’ignoranza e sulla necessità di guardare alla vita come a una telenovela. Ecco che Napoli diventa spesso ispirazione e bersaglio. 

 

Già, che scoperta. Napoli è un luogo che trabocca di rifiuti. Lo sanno i napoletani, lo sanno gli italiani, lo sanno pure ai poli, come lo sanno le pantegane e gli spazzini che giorno per giorno accantonano i rifiuti negli angoli più nascosti dentro il centro storico, sotto i monumenti, dietro i palazzi storici, affianco agli edifici dei musei e davanti al passaggio dei turisti. L’immondizia a Napoli fa da arredo urbano, come una volta i salami e le verdure appese della Napoli di Cuciniello. E c’è anche la camorra, forte, vigile e nel pieno dominio dell’economia e della mentalità. C’era già prima dell’invasione di certe emittenti filo-massoniche, dell’avvento dell’aggressione mediatica privata, del feudalesimo che in un’eterna diaspora cerca una terra dove insediarsi, trovando, invece, sempre qualcuno al quale dare conto e finendo per improvvisare una permanenza provvisoria, di passaggio, come i camper delle televisioni che sostano presso una piazza o un palazzetto, giusto il tempo dello show, ricordando quei carrozzoni d'intrattentimento dei secoli bui.

 

Napoli ha resistito alle invasioni, in alcuni casi cacciandole, in altri addirittura educandole. Dopo migliaia di anni di resistenze, di disastri e di carestie, di colpe e di miserie, qualcuno pensa che si possa ancora impressionare facendo il copia e incolla frazionato delle frasi sui social network e sui siti internet? Che pena per chi si impressiona. Chi si serve di certi mezzucci da quattro soldi solo per togliersi lo sfizio di un insulto da tastiera, mi ricorda quei bambini lagnosi ai quali nessuno vuole dare ascolto. Il giornalismo, purtroppo, è affollato da questi postulanti sotto padrone impiegati a svolgere la sintassi faziosa dell’occasione. Dopo i fast food? I "fast media". La camorra e l’immondizia restano comunque. In fondo è un guaio dei napoletani, delle strade, dei monumenti, dei palazzi dei musei, delle pantegane e degli spazzini. Magari, a tempo perso, senza spirito altrettanto fazioso, in quella immondizia si può pure cercare l’altra parte della frase divisa ad arte. A volte tra i rifiuti si trovano scarti preziosi.

 

Come ha scritto Miguel de Cervantes quando certe televisioni non c'erano ancora, "Napoli l'illustre le cui vie percorsi più di un anno, d'Italia gloria e ancor del mondo lustro ché di quante città in sé racchiude non v'è nessuna che così l'onori. Benigna nella pace e dura in guerra, madre di nobiltade e d'abbondanza dai campi elisi e dagli ameni colli." Queste cose non vengono riporate da certi giornali, perchè non si può estrapolarne alcune parti. Sanno troppo di onestà.


 

Sebastiano Di Paolo, alias Elio Goka