Altro giro, altra corsa. Il countdown è terminato e, puntualissimo, Antonio Cassano è ricascato nel tunnel delle sue proverbiali “cassanate”.
Il talento di Bari Vecchia è il classico calciatore genio e sregolatezza. Ed è talmente talentuoso che a volte la sregolatezza prevale sul genio.
Esploso con la maglia della sua città, Cassano segnò il suo primo gol in Serie A proprio contro l'Inter in seguito ad un grande stop volante con seguente dribbling ai danni di Panucci e Blanc che lo misero in evidenza agli occhi del grande pubblico. Sotto la guida di Fascetti Fantantonio si mostra un allievo diligente, forse per la forte personalità dell'allenatore barese o per la timidezza di un ragazzo acerbo. Fatto sta che le sue doti attirano le mire espansionistiche dei top club e la Roma se lo aggiudica sborsando ben 60 miliardi di vecchie lire, coronando il suo sogno di giocare al fianco di Francesco Totti.
Cassano, dopo un inizio in sordina a causa della concorrenza di calciatori del calibro di Batistuta, Montella, Delvecchio e dello stesso capitano giallorosso, riesce man mano a ritagliarsi uno spazio importante con la maglia romanista. Ma dopo alcune ottime prestazioni, qualcosa inizia a scricchiolare. La sceneggiata in finale di Coppa Italia contro il Milan a San Siro, con tanto di corna indirizzate all'arbitro Rosetti, l'espulsione nella prima giornata di campionato contro la Fiorentina sotto la breve guida di Voeller e alcuni diverbi con Totti, iniziano a logorare un rapporto che vide il suo epilogo nel gennaio del 2006, quando si trasferì al Real Madrid per la modica cifra di 5 milioni di euro.
Nella capitale spagnola fu subito soprannominato “El Gordito” a causa della sua carente forma fisica. Segnò subito all'esordio in Copa del Rey contro il Betis Siviglia, ma l'allenatore Lopez Caro lo prese scarsamente in considerazione. L'anno seguente ritrovò Fabio Capello, colui che coniò il termine cassanate per indicare i comportamenti non proprio corretti di Fantantonio. Sotto la guida del suo vecchio mentore, Cassano inizialmente si rivitalizzò per poi ricadere nel tunnel delle cassanate. La sua imitazione del tecnico friulano a bordo campo, mentre parlava con Ronaldo e Cannavaro, fece il giro del mondo e il barese si ritrovò ben presto ai margini della prima squadra.
Nel 2007, fortemente voluto da Garrone per il rilancio della Sampdoria, ritornò in Italia. A Genova c'erano tutte le condizioni ideali per il suo rilancio che man mano si concretizzò. Ma la strada non fu priva di qualche piccolo incidente di percorso: il 16 dicembre del 2007, nel pareggio per 2-2 contro la Fiorentina, prese un'ammonizione che gli fece saltare per squalifica Roma-Sampdoria, gara a cui Cassano teneva moltissimo. Seguirono lacrime e tante proteste nei confronti dell'arbitro che per poco non portarono alla sua espulsione. Le sue buone prestazioni lo riportarono in Nazionale, ma un'altra sceneggiata venne iscritta nell'almanacco: il 2 marzo del 2008, dopo aver segnato contro il Torino, venne espulso per proteste e uscendo dal campo lanciò la maglia contro l'arbitro Pierpaoli, apostrofandolo con una serie di insulti.
La storia blucerchiata di Cassano proseguì alla grande, sfiorando anche l'accesso ai gironi di Champions League. Ma proprio in quell'anno, dove Antonio divenne il leader della Nazionale di Prandelli, ecco rispuntare la cassanata di turno: il 29 ottobre offese il presidente doriano Garrone dopo una lite e venne messo fuori rosa. Nel corso del mercato invernale seguente fu ceduto al Milan.
Con i rossoneri fu subito decisivo a Cagliari con l'assist a Strasser per lo 0-1 finale. L'annata proseguì in crescendo e aiutò la squadra di Allegri a conquistare lo Scudetto. Nella stagione seguente arrivò anche il primo gol in Champions League con la casacca milanista, ma esattamente un anno dopo la lite con Garrone, dopo la vittoriosa trasferta romana Cassano fu colpito da un ictus ischemico che mise a serio rischio la sua carriera calcistica. Il rientro a tempo di record gli regalò la convocazione per l'Europeo che l'Italia perse in finale 4-0 con la Spagna. Dopo la kermesse europea e le varie cessioni in casa rossonera, Cassano cominciò a manifestare apertamente il suo malumore, portando il Milan a cederlo ai cugini dell'Inter, dove nella conferenza stampa di presentazione non perse occasione per sparare a zero su Galliani e il club di via Turati, commettendo una sorta di “cassanata retroattiva”, se mi viene concesso il termine.
Stramaccioni lo lancia subito nella vittoriosa trasferta per 3-0 con il Pescara e l'amore con il giovane tecnico sosia di Mister Bean è immediato. Sotto il profilo realizzativo Cassano da il meglio di se, segnando e facendo segnare i suoi compagni con numerosi assist. Ciononostante, Prandelli in più occasioni non lo richiama in Nazionale (che ci sia anche la cassanata oscura?). Fantantonio continua il suo magic moment nerazzurro, sfornando prestazioni positive anche quando i suoi compagni steccano. Ma alla vigilia dell'importante sfida in casa del Catania, ecco spuntare la nuova, ennesima cassanata: forte diverbio con Stramaccioni che non lo convoca per la trasferta etnea.
Bisognerebbe chiedere ad Iniesta se metterebbe la mano sul fuoco anche sull'assenza di una ulteriore cassanata in futuro. Di certo c'è che chi nasce tondo, non muore quadrato. E non mi riferisco alla forma fisica.
Antonio Pellegrino