Vince la Juve, non è questa la notizia, lo fa al San Paolo, e questa già suona più come una novità, perde il Napoli, e un po' di stupore lo si prova guardando la classifica dell'attuale Serie A e lo score della squadra di Sarri sino al fischio finale di ieri sera: potrebbe bastare questa piccola premessa per raccontare velocemente quanto visto ieri sera, ma non renderebbe giustizia a chi questa vittoria l'ha costruita nei mesi, e non si è fatto prendere dal panico considerando i contrattempi degli ultimissimi giorni che, fra un contrattempo ed un altro, gli hanno permesso di avere la certezza sugli uomini a disposizione solo a ridosso del fischio d'inizio. E' di Massimiliano Allegri che si sta parlando, non esattamente il più sexy degli allenatori in termini di bel gioco, ma evidentemente un tecnico con le spalle larghe che è capace di assorbire le critiche come pochi, e dunque disegnare una squadra quadrata capace di reggere l'urto di Mertens e compagni quasi senza mai subire un tiro in porta, nonostante la costante presenza azzurra dalle parti dell'area di Buffon. Se, però, il migliore in campo fra i padroni di casa è stato Pepe Reina, un motivo ci sarà.
Motivi che probabilmente ha ben chiari anche Maurizio Sarri, nonostante le parole al triplice fischio: fra dominio territoriale e ricerca di alibi sulla scarsa brillantezza, l'allenatore della squadra campana ha perso un po' l'orientamento sino alla battuta sul color delle maglie delle due squadre, probabilmente dimenticandosi anche quanta storia abbia la maglia gialla di chi ieri sera è stato capace di dargli il primo dispiacere della stagione 2017/2018 in campionato. Nulla di preoccupante nella corsa generale, a maggior ragione considerando che anche stamattina andava per la maggiore la solita logica sentita e risentita da agosto ad oggi: il Napoli è bello, il Napoli è solido, la Juve stenta, la Juve trema. Ed allora va bene così a tutti: lo 0-1 di ieri sera è solo un incidente di percorso, o il fulmine a ciel sereno guardandola dall'altro lato, e poco cambierà alla fine della fiera. Vissero così tutti felici e contenti. O forse no: perché, inevitabile commento risalito a galla, che una società con un fatturato così superiore vinca è normale (dovrebbe valere anche quando chi oggi è in testa vince contro il Benevento, ma sembra che non sia così se si volesse dare seguito e continuità alla coerenza), anche perché il calcio è una battaglia che non si combatte con portafogli uguali. Come se valesse solo nel calcio, come se valesse solo fra Napoli e Juve, come se fosse una vergogna saperci fare anche dal punto di vista economico. Già, perché, messi da parte gli stucchevoli ragionamenti su Fiat, Borboni, Savoia, il bene ed il male, in tanti dimenticano perché oggi la Juve ha un bilancio di un certo tipo: tralasciando i perché ed i per come di Calciopoli, e la fallimentare gestione dei primi anni dopo la B, quello che hanno fatto Andrea Agnelli, Beppe Marotta, Fabio Paratici e tutto il loro staff è qualcosa di gigantesco che meriterebbe solo applausi, o tentativi di imitazione da parte degli altri Stiamo pur sempre parlando di un gruppo dirigenziale che, restando a Napoli-Juve, ha fatto sì che acquistare Gonzalo Higuain a 94 milioni di euro non risultasse una trattativa suicida in tal senso. Quel Gonzalo Higuain che, in mezzo a tante altre prodezze e tornando alle questioni di campo, gli ultimi confronti fra queste due squadre li ha praticamente sempre decisi in solitaria in termini di tabellino.
Insistendo su queste questioni di campo, che poi dovrebbero essere quelle che piacciono di più ad un tifoso del calcio, sarebbe stupido pensare che questo 0-1 possa rivoluzionare quanto visto in queste prime 15 giornate di campionato, anche perché Allegri e la Juve di problemi evidenti ne hanno ancora tanti: non è soffrire al San Paolo pur non concedendo nulla il punto, ma trovare una fluidità maggiore, una dinamicità di gioco superiore, una condizione fisica più decente considerando i tanti infortuni, giusto per fare qualche esempio. Fra Olympiacos ed Inter, e poi Roma, i bianconeri sono attesi ancora da test di alto spessore, c'è tanta curiosità per capire se si potrà anche solo pensare di fare qualcosa di simile a quanto fatto negli ultimi sei anni: ci siamo quasi, si farà trovare pronta la Vecchia Signora?