Senza troppe sorprese la sconfitta subita per mano della Lazio ha sancito la fine del regno di Igor Tudor sulla panchina bianconera. La gestione dell'allenatore croato è stata quanto meno particolare fin dal suo inizio, con un contratto che sarebbe dovuto essere terminato lo scorso giugno, ma diversi fattori hanno di fatto "obbligato" la dirigenza bianconera ad estenderlo fino al giugno 2027. Il raggiungimento della qualificazione alla Champions League, la partecipazione al Mondiale per club e le difficoltà a convincere allenatori top come Conte e Gasperini hanno deposto a favore di Igor Tudor, mettendolo in posizione di forza e permettendogli di proseguire la sua avventura sulla panchina bianconera almeno per l'inizio della stagione 2025/26.
Nonostante le inevitabili dichiarazioni di facciata era però parso chiaro fin dall'inizio che l'ex jolly bianconero non fosse la prima scelta della dirigenza come guida tecnica e le mosse sul mercato avevano rafforzato queste ipotesi. Non era un mistero, ad esempio, che Tudor spingesse per il ritorno di Kolo Muani, mentre Comolli si è presentato alla fine del mercato con Jonathan David e Loïs Openda. L'avvio di stagione della squadra aveva un po' rasserenato gli animi, con il picco raggiunto con la tanto rocambolesca, quanto eccitante vittoria sull'Inter in pieno recupero. Dopo allora però sono arrivati diversi risultati non soddisfacenti, con prestazioni non all'altezza di una squadra come la Juventus, fino alle tre sconfitte consecutive firmate Como, Real Madrid e Lazio. Alla fine l'esonero è sembrata essere la soluzione migliore per tutti, seppur in un periodo di calendario non esattamente semplicissimo.
Per il turno infrasettimanale contro l'Udinese sulla panchina della prima squadra bianconera si è seduto l'allenatore della squadra Next Gen Brambilla, ma già il giorno dopo si facevano sempre più forti le voci che portavano all'ex CT della Nazionale Luciano Spalletti. Voci che sono diventate poi realtà giovedì 30 ottobre con l'annuncio ufficiale e venerdì 31 con la conferenza di presentazione.
Dopo appena un allenamento però era già tempo di impegno ufficiale, la trasferta di ieri sera contro la Cremonese. Per la sua "prima" Spalletti ha voluto cogliere tutti di sorpresa, non tanto per lo schema tattico, il 3-4-2-1 visto già tante volte in questa stagione, quanto per gli uomini scelti ed i ruoli in cui sono stati disposti. Tra i pali confermato Di Gregorio, nella difesa a tre, in assenza di Kelly, è stato schierato Koopmeiners sul centro-sinistra, con Gatti e Kalulu a completare il reparto, a centrocampo la coppia centrale era quella titolare con Locatelli e Thuram, mentre sulle fasce è stato confermato il ritrovato Kostic a sinistra e Cambiaso sulla fascia opposta, in attacco il terzetto era composto da Openda e McKennie dietro a Dusan Vlahovic.
Quest'ultimo ha dato l'impressione di aver subito una sorta di contraccolpo dopo l'esonero di Tudor e nelle due partite giocate immediatamente dopo si è visto un centravanti molto più carico, pronto a lottare su ogni pallone e a mettersi a disposizione dei compagni in ogni zona del terreno di gioco. In gol su rigore contro l'Udinese, protagonista di una partita sontuosa contro la Cremonese, l'attaccante serbo potrebbe rivelarsi determinante per la rincorsa in classifica dei bianconeri e, perché no, tornare a fare anche qualche pensierino sul rinnovo del contratto.
In generale la squadra ha reagito positivamente al cambio di guida tecnica, fornendo due prestazioni piuttosto convincenti, anche se dettate molto dalla risposta emotiva che da vere e proprio rivoluzioni dal punto di vista del gioco. Ovviamente restano ancora diverse situazioni da limare, di cui la prima sicuramente è la tenuta difensiva, visto che nessuna delle due vittorie è arrivata mantenendo inviolata la propria porta. In avanti poi Spalletti dovrà trovare la soluzione definitiva al puzzle che ha decisamente troppi pezzi: Vlahovic, Openda, David, Yildiz, Conceicao e Zhegrova, senza dimenticare la possibilità di "alzare" sulla trequarti anche Koopmeiners e McKennie. Insomma per Spalletti ci sarà molto lavoro da fare e non tantissimo tempo a disposizione, vista la moltitudine di impegni per la truppa bianconera, ma la sensazione è che qualche timido segno di ripresa si sia visto. Ora, per i bianconeri, sarà importante trovare continuità di prestazioni e risultati.