Vorrei che tutto quanto accaduto, fino a Italia-Germania, non fosse un punto d'arrivo. Sia, al contrario, un punto di partenza. Ora sappiamo di non essere schiavi della tradizione, ma di poterla integrare con un calcio coraggioso e propositivo. 

 

Certo: uno 0-4, in finale, stenderebbe un elefante. 

Però, andando al di là degli entusiasmi e delle illusioni del ?prima? e del ?dopo? Kiev, cerchiamo di cogliere la verità. Noi cotti, rotti, e sfortunati. Spagnoli campioni del mondo e d'Europa. C'è stata qualche sventura di troppo: l'infortunio di Chiellini, con un cambio bruciato. E c'è stato qualche errore di troppo: perché, al posto di Montolivo, Motta, non recuperato, invece di Nocerino o Diamanti? 

 

Capisco la necessità di non andare in inferiorità numerica a centrocampo, ma schierare un "malato" è apparso illogico.

 

Carlo Nesti