Non c’è da sorprendersi se il tempo ha voluto questo tempo. Se la sua voce ha voluto dire l’ultima parola all’ultimo momento. Non ci si è ridotti alla fine, ma è la fine che ha ridotto tutto a ultimo minuto. Perché uno tra i campionati più serrati della storia del calcio a Napoli deciderà nella città di Parthenope se la felicità potrà provenire da quello che passerebbe alla storia come il trionfo più sofferto mai visto dove aleggiano più fantasmi che ricordi piacevoli.

A Fuorigrotta un Cagliari salvo e sereno è chiamato a prendere parte alla storia nessuno sa in che chiave. Tra l’inquietudine dei tifosi azzurri e la diversità di stati d’animo e di motivazioni. Antonio Conte ha dichiarato che bisogna andare a prenderselo, nominandolo chiaramente, senza più pudori e nascondimenti. Dopo il sorpasso che ha determinato il primato che adesso il Napoli dovrà difendere all’ultima giornata, l’allenatore del Napoli non ha fatto più mistero delle sue intenzioni, a lungo mascherate dall’obiettivo Champions. 

A Napoli chiunque andrà in campo non dovrà sfoggiare dettami tattici o piani tecnici. Non è una gara come le altre. Si tratta di qualcosa che dovrà determinare altro. A prescindere da come, è il raggiungimento che risponderà all’unico desiderio che in questo momento unisce milioni di persone.

Nicola ripiegherà sua una formazione dalle diverse assenze. Fuori molti titolari e in dubbio altri, l’allenatore del Cagliari potrebbe affidarsi a calciatori che fino a questo momento hanno visto meno il campo. Alcuni talmente poco da sentirsi dentro qualcosa emotivamente più grande di quanto immaginabile.

Perché a fare da intorno ci sarà un Maradona che ritroverà sensazioni probabilmente superiori anche a quelle di due anni fa. Non per diversità di situazione, ma per entità del contesto. Il Napoli è arrivato fino a questo attraverso una serie di difficoltà e di imprevisti montati sopra un organico incompleto. Abbastanza da fare abbandonare ogni speranza. Non abbastanza per scoraggiarne l’impresa.

Conte ha voluto che tutti si stringessero attorno al momento che adesso assume quasi una sorta di solidità, di tangibilità. Anche chi non sarà della partita sarà convocato. La formazione seguirà una linea precisa, con le solite o le impreviste varianti del caso, ma con il fine sopra ogni valore individuale. Oltre ogni retorica d’occasione, in una tensione che nei diretti interessati produrrà sensazioni inimmaginabili e che nei tifosi sta già sollecitando una fisiologia della passione che non si presenta così spesso nell’arco di una vita.