Il Napoli a Salerno non vanta un grande curriculum. Oltre al successo per 1-0 nella scorsa stagione, la seconda vittoria del Napoli in trasferta con la Salernitana risale a un 1-0 nel 1982 in Coppa Italia. Poi, solo pareggi o sconfitte, considerando anche le gare nella serie cadetta.

Un dato che basta da solo a ricordare che certi frangenti possono essere dettati pure da imprevedibili condizioni e condizionamenti. Nonostante tecnicamente non lo sia, c’è chi lo vive come un derby. Soprattutto a Salerno. E l’annullamento dei valori in campo in questi casi è dietro l’angolo.

I partenopei sono reduci dalla clamorosa eliminazione in Coppa Italia ai calci di rigore per mano della Cremonese. Una delusione digeribile, ma che ha subito ricondotto gli azzurri a riflettere sulla necessità di non poter mai diminuire la concentrazione dopo il trionfo casalingo con la Juventus. La Salernitana, reduce da una settimana convulsa a causa delle vicende introno all’esonero e all’immediato richiamo di Nicola in panchina, riceve il Napoli dopo la sonora sconfitta di Bergamo (8-2) e un periodo non entusiasmante sul piano dei risultati. Ecco che Salernitana-Napoli si presenta come la partita del riscatto per entrambe le formazioni.

Motivazioni e ragioni molto diverse, ma pesanti abbastanza per non considerare questa gara un altro passo importante verso i rispettivi obiettivi. In special modo per il Napoli. Spalletti dovrebbe riaffidarsi all’impianto che ha battuto la Juve, col rientro di Rrahmani, Juan Jesus indisponibile per infortunio, a fare coppia con Kim, Mario Rui sulla sinistra, la mediana a tre, formata da Anguissa, Lobotka e Zielinski, ed Elmas a fare coppia probabilmente con Politano a supporto della punta Osimhen. Quasi certa l'assenza di Kvara che non si allenato a causa dei postumi di un'influenza. Nicola dovrebbe schierare la solita difesa a tre, con Daniliuc, Radovanovic, Pirola, e i due fluidificanti, Candreva e Bradaric, ad ampliare la manovra difensiva. In mediana Coulibaly, Nicolussi e Caviglia potrebbero assistere la manovra offensiva di Piatek e Dia

Verosimilmente il copione tattico dovrebbe prevedere i granata più bassi e coperti a esercitare il pressing sul palleggio del Napoli e cercando di essere pericolosi in ripartenza. Gli azzurri, invece, sulla carta sono quelli designati a proporre gioco e ad alzarsi per cercare spazi nella rete difensiva degli avversari. Soprattutto quest’ultima, rispetto ai numeri registrati nell’ultimo periodo, sarà sotto la lente d’ingrandimento dell’allenatore granata.

La chiusura del girone d’andata aspetta una Salernitana in grado di dimostrare di aver recuperato un certo rendimento e un Napoli che ha imparato che non c’è avversario che si possa considerare battuto e gara che possa definirsi agevole.