Il Braga vale la qualificazione. Coi portoghesi il Napoli si gioca l’accesso agli ottavi di finale di Champions. Il primo obiettivo stagionale passa per una partita in cui gli azzurri possono addirittura permettersi di perdere con un goal di scarto. Ovviamente, dopo le ultime tre partite con altrettante sconfitte, il Napoli ha bisogno di fare risultato. Una vittoria chiuderebbe con un altro sapore un girone condotto con discontinuità di rendimento. Le due vittorie ottenute fino a questo momento sono state risolte da episodi e giocate individuali, così come il gioco dei partenopei non è mai apparso brillante come in altre edizioni. Al di là della buona tensione mostrata nelle due gare col Real.

Nella partita di andata, la prima del raggruppamento, il Napoli aveva avuto ragione dello Sporting grazie a un’autorete nei minuti finali, dopo che i padroni di casa erano riusciti a raggiungere il momentaneo pareggio in una gara con numerosi ribaltamenti di fronte, occasioni sprecate da entrambe e molti errori individuali. La prima uscita in Champions, allora sotto la guida di Garcia, aveva subito mostrato dei limiti tattici e caratteriali, superati solo grazie alle giocate dei singoli e all’episodio fortunoso che aveva assicurato i primi tre punti.

Il Napoli arriva a un appuntamento in cui i favori del pronostico sono tutti dalla sua parte in una condizione psicologica particolare. Gli uomini di Mazzarri dopo le due battute di arresto con Inter e Juve sono ormai lontani dalla possibilità di rientrare nella lotta per il titolo e attualmente sono addirittura sesti, in piena lotta per la conquista del quarto posto. Il gioco sembra soffrire di due limiti. Una mancanza di solidità difensiva e l’incapacità di concretizzare le occasioni da rete. La manovra c’è ed è efficace tra le due trequarti, ma perde di consistenza in zona gol. 

Il Braga è reduce da quattro vittorie consecutive in campionato. I portoghesi sanno che a Napoli l’impresa sarebbe di quelle storiche, ma proprio il non avere nulla da perdere può comportare una diversa dimensione mentale che potrebbe consentire agli ospiti di giocarsela con più serenità.

Mazzarri non ha ancora a disposizione un terzino sinistro di ruolo e sulla sinistra dovrà fare nuovamente di necessità virtù. In attacco Osimhen resta il favorito per una maglia da titolare, ma non è da escludere che il nigeriano possa eventualmente partire dalla panchina per una staffetta con Simeone o Raspadori, con quest’ultimo favorito per il centro dell’attacco. Per la sfida di Fuorigrotta Jorge dovrebbe Fonte e Niakate centrali, mentre Djalo, Zalazar e Horta dovrebbero essere i trequartisti a supporto della prima punta Banza, per un 4-2-3-1 che come modulo di partenza potrebbe infastidire un Napoli che spesso soffre le ripartenze avversarie soprattutto tra le linee.

La gara del Maradona, ultimo atto del gruppo C, mette comunque il Napoli in una condizione di ottimo margine di gestione. Questo non può chiaramente significare un aspetto su cui cullarsi, ma da cui partire per poter gestire con maggiore concentrazione e tranquillità la partita. Al di là di ogni calcolo, il Napoli dovrà puntare alla posta piena. Per chiudere bene il girone e per ritrovare una vittoria che avrebbe anche un valore psicologico di cui gli azzurri hanno assolutamente bisogno.