La Federazione chiama, Ancelotti risponde. E non dice no, anzi. La risposta che Carletto avrebbe dato ai vertici federali, che oggi si riuniscono a Roma per silurare definitivamente Ventura, in attesa che Malagò e lo stesso Tavecchio decidano anche del futuro della Presidenza, è stata di apertura. Clamoroso, verrebbe da dire, visto che il contratto che lega il tecnico di Reggiolo al Bayern che lo ha esonerato poche settimane fa è ancora in essere. E lo vede percepire, pur senza lavorare, circa 13 milioni a stagione. 

L'Italia, nella migliore delle ipotesi, potrebbe arrivare ad un terzo di tale somma. Basterà molto meno, invece, per dire addio all'attuale CT: gli restano solo 7 mesi di contratto, per un totale di 7-800mila euro. Il suo entourage legale proverà a trovare l'accordo con buonuscita con la FIGC, di modo da anticipare la risoluzione del contratto che, senza Mondiali, scadrebbe naturalmente a luglio del prossimo anno. Poi via alla rivoluzione: una ventata di novità che, proprio come avete votato ieri voi utenti, potrebbe vedere coinvolti anche nomi caldi e "liberi" del nostro calcio come Paolo Maldini, da sempre in stretto feeling con Carletto, che andrebbe a far parte della struttura federale. Con che carica, di preciso, ancora non è dato sapere. La priorità, per il momento, è liberarsi di Ventura e convincere Ancelotti: una mossa che servirebbe anche allo stesso Tavecchio per ridare un minimo di vigore alla sua Presidenza, attualmente in caduta libera. Sia lui che Ventura, d'altra parte, non vogliono liberare la rispettiva poltrona, almeno nell'immediatezza: il futuro, però, è alle porte. Non ci saranno i Mondiali 2018, certo, ma c'è un nuovo percorso da intraprendere con convinzione, che porterà alla qualificazioni per Euro 2020 del prossimo anno, ed alla Nations League che partirà poco dopo il torneo di Russia. Prima ancora, però, ci saranno le amichevoli. Le prime, già a marzo, contro Argentina e Inghilterra. E chissà se in panchina ci sarà già Carletto Ancelotti, che iniziò proprio come vice di Arrigo Sacchi nella Nazionale italiana tra il 1992 e il 1995. I primi contatti con la Federazione risalgono a ottobre, pochi giorni dopo il suo addio alla Bundes. All'epoca, però, si parlava solo del ciclo azzurro che si sarebbe naturalmente dovuto avviare dopo Russia 2018. Ora, però, quel progetto non esiste più, e ce n'è un altro, paradossalmente più importante, da realizzare nell'immediatezza. Che però Ancelotti sarebbe disposto ad accettare solo se il rinnovamento fosse finalmente concreto e realizzabile, e non più solo parlato, come praticamente è sempre accaduto dal 2006 a oggi.