Nato a Castellammare di Stabia l'8 giugno del 1973, Gennaro Iezzo come molti suoi colleghi è partito dal basso prima di emergere nel calcio che conta. Juve Stabia, Scafatese, Avellino e Nocerina per una palestra anche di vita, poi la grande chance a Cagliari nel 2003 con il meritato e tanto agognato salto in A. E infine il sogno di sempre: indossare la maglia del Napoli. Poco importa se è stato necessario scendere nuovamente di due categorie. A conti fatti, la scelta di cuore migliore che si potesse fare.


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#1 - La tua vita adesso: cosa fai, dove vivi, come si sviluppa la tua giornata?

"Adesso sono un allenatore, avendo fatto il corso a Coverciano. Sono in cerca di un progetto serio, anche se ultimamente di serietà in giro ce n'è poca. Intanto mi diverto con i miei ragazzi delle due scuole calcio in cui insegno".

#2 - I social network: li usi? Se sì, quali? Che rapporto hai oggi con i tifosi, tanto nella vita reale quanto a distanza, mediante la rete?

"Zero social. Preferisco il contatto diretto, guardarsi negli occhi è sempre meglio che stare dietro a un pc".

#3 - Una squadra, un compagno, un allenatore e un Presidente che ti è rimasto nel cuore

"Ovviamente il Napoli, la squadra che tifo da bambino. Lì avevo tanti compagni con cui ho legato molto. Mi vengono in mente Grava e Calaiò, ma di solito non ho mai avuto problemi con nessuno e lo stesso vale per i presidenti. Come allenatore dico Edy Reja: ottenere tre promozioni con lui, uno a Cagliari e due a Napoli, è stato meraviglioso".

#4 - Quale l'aneddoto calcistico più folle, curioso, strano della tua carriera?

"Avevo un mio rito scaramantico a inizio partita, quello di toccare la traversa e i due incroci. Una superstizione che a Napoli valeva ancora di più perché poi era accompagnata dagli 'olè' dello stadio. Sembra una cosa banale, ma così si creava una sinergia importante con la gente, uno dei segreti per fare bene".

#5 - In carriera chissà con quanti moduli di gioco sarai stato impiegato. Ma qual è il tuo preferito e perché?

"Mi piacciono sia il 4-3-3 sia il 3-5-2, ma in generale credo che un allenatore debba anche sapersi adattare alle caratteristiche dei giocatori che ha a disposizione".

#6 - Qual è la partita che avresti voluto giocare nella storia del calcio?

"Senza dubbio una finale di Champions o dei Mondiali, il massimo per un calciatore".

#7 - C'è un rimpianto nella tua carriera? Oppure qualcosa che hai fatto ma che se tornassi indietro cambieresti?

"Ho esordito in Serie A a 31 anni, forse potevo arrivarci prima. Ho dovuto sudare parecchio per meritarla, partendo dalla D e scalando pian piano verso la massima categoria. C'è chi se l'è conquistata con minori sforzi, anche se penso che i percorsi di vita e professionali delle persone siano molto soggettivi e quindi differenti tra loro".

#8 - Primo consiglio ai fantallenatori: un portiere su cui puntare questa settimana

"Meret".

#9 - Secondo consiglio ai fantallenatori: un difensore su cui puntare questa settimana

"Koulibaly, una certezza".

#10 - Terzo consiglio ai fantallenatori: un centrocampista su cui puntare questa settimana

"Non posso non dire Hamsik".

#11 - Ultimo consiglio ai fantallenatori: un attaccante su cui puntare questa settimana

"Pellissier, il classico giocatore capace di fare gol a tutte le età".