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Gigi Riva, ex attaccante di Cagliari e Nazionale, ha parlato nel corso di un'intervista concessa alla Gazzetta dello Sport dell'Italia di Mancini. Queste le parole dell'ex punta che ha scritto la storia dei sardi.
Intervista a Riva sull'Italia di Mancini
Cosa le piace di questa Nazionale?
«Mancini ha dato alla squadra un gioco giovane, moderno, un’impronta riconoscibile. È la sua Nazionale. Ha determinazione e entusiasmo nell’accogliere il messaggio dell’allenatore: si va in campo per vincere. Con un gioco che determina il risultato, non lo subisce».
Una cosa di Mancini in cui rivede Valcareggi?
«Sì, c’è: Mancini ha impostato la sua gestione anzitutto sulla familiarità. È un tecnico che segue i giocatori, li sostiene umanamente, li stimola parlandoci. E poi ha esperienza, ha tante cose da dire: i giocatori lo sentono. Sono convinto che il vero segreto di questa squadra sia Roberto. E che il rinnovo del contratto dia ancora più serenità a lui e poi alla squadra: la Federazione ha fatto bene».
Intervista a Riva sull'attacco dell'Italia
E un attaccante di Mancini che le ricorda Riva?
«Non mi piacciono i paragoni, ma mi piacciono gli attaccanti dell’Italia».
Un uomo chiave di questa Nazionale ce lo dice?
«Ho un debole per Barella, e si sa; Jorginho e Verratti la fanno “girare”. Ma questa squadra è un buon insieme, non c’è un giocatore che decide le partite da solo. E non l’ho mai vista in difficoltà, neanche nelle partite importanti».
A proposito di test importanti: è un handicap il non aver mai potuto affrontare una big europea, in questi tre anni?
«Oggi non vedo squadre scarse: devi giocartela con tutti. Ai miei tempi trovavi rivali deboli, non organizzate: oggi nessuno vuole fare la vittima, e non la fa nessuno».
Riva su Euro 2020
E il rinvio dell’Europeo può aver frenato un’Italia che un anno fa sembrava all’apice della sua crescita?
«Quando si iniziano queste competizioni l’entusiasmo è lì, fuori dalla porta: basta aprirla».
E Mancini ha detto che vuole vincere questo campionato europeo...
«Roberto non ha esagerato, mica giochiamo per pareggiare... Bisogna provarci, e se lo dice lui gli credo e bisogna credergli: nessuno può dire cose più esatte di lui, su questa squadra».