Intervenuto ai microfoni del Quotidiano di Lecce, il tecnico giallorosso Eusebio Di Francesco ha parlato della sua avventura sulla panchina dei salentini, soffermandosi sull'apporto di alcuni singoli.

Lecce, le parole di Di Francesco

"Sono cambiato: ho un passato più ricco di esperienze, cose fatte bene e tanti errori, nelle scelte e nelle gestioni. Sono più maturo, nonostante negli ultimi due anni pur lavorando bene e non abbia ottenuto il risultato finale. Ora sono qui a Lecce con l’obiettivo di raggiungere quel risultato: per me, per la società, per la squadra per i tifosi.

Dobbiamo crescere. Non solo in classifica, ma come squadra. Il risultato è importante: dà consapevolezza, sicurezza, autostima, tranquillità per preparare le partite e permette anche lavori individuali specifici per migliorare i giocatori. Oggi manca lavoro sulla specificità dei ruoli: io ci credo molto. Con il mio staff facciamo tanti lavori individuali e di reparto. È lì che vedi la crescita. Lo step è migliorare ogni calciatore individualmente, in modo che assemblati diventino più forti. Abbiamo mostrato tanti Clint, che non è facile per una squadra che si deve salvare. All’inizio abbiamo preso goal in alcuni vuoti temporanei, ma ci siamo assestati conoscendo i giocatori e trovando il vestito giusto".

Di Francesco su Berisha

"Tutti hanno margini di crescita. Berisha, Ramadani, Gaspar: tutti possono crescere, qualsiasi età. Faccio sempre l’esempio di Magnanelli, che ho avuto cinque anni. Quando arrivai a Sassuolo, per l’opinione pubblica, non poteva giocare in Serie A. Invece nessuno gli toglieva il posto. Si fermava ogni giorno dopo l’allenamento per migliorare. Il discorso vale anche per Paolo Cannavaro: era un difensore molto basso, difensivo, e ha cambiato modo di giocare attraverso lavoro e convinzione. Ai ragazzi devi dare più certezze possibili: se i giocatori non si sentono sicuri, non portano in campo ciò che gli chiedi. Berisha lo abbiamo provato in vari ruoli, oggi può farne diversi, ma quello che interpreta meglio è dietro l’attaccante, con libertà di muoversi e di abbassarsi. Anche il passato da mediano lo aiuterà".

Di Francesco su Camarda

"Perché il Lecce invece di andare in serie B? Dico che sono scelte. La società mi ha detto che voleva prenderlo, ho parlato con lui e mi è piaciuto subito. Il ragazzo aveva un difetto: restava troppo sull’errore, ora sta migliorando tanto. È dentro un vortice di aspettative e deve lavorare con noi per rendere al meglio. La gente penserà sempre ciò che vuole: come per un rigore, ti assumi la responsabilità. In passato ho lanciato Berardi in Serie A: nel calcio se va bene sei bravo, se va male l’hai bruciato. Ricordo che Zaniolo lo fece debuttare in Champions a Madrid. Serve coraggio".

Di Francesco su Stulic

"Sa che deve migliorare l’attacco alla profondità. Tende a venire incontro e legare il gioco. Sui suoi atteggiamenti e goal può sbloccarsi. I goal incidono sulla testa di un attaccante. Li sa fare: basta vedere i video dell’anno scorso. Il ragazzo per fare bene ha bisogno anche di sentire attorno a sé la fiducia dell’ambiente: per un calciatore è fondamentale".