Pantaleo Corvino, responsabile dell'area tecnica del Lecce, ha parlato nel corso di un'intervista concessa a Tuttosport del club salentino e del futuro di Tiago Gabriel.

 

Intervista a Corvino

Resistere in un calcio in cui cambia tutto in fretta? 
«Amo tanto il mio lavoro, la mia passione è sempre rimasta inalterata. A distanza di anni mi sveglio ancora col fuoco dentro. Negli anni mi sono dovuto evolvere: mi definisco però ancora un figlio del calcio fatto col telefono a gettoni. Toccare la pelle con le mani mi dà ancora più garanzie che digitare tasti sul computer, sebbene i dati e l’intelligenza artificiale stiano diventando fondamentali anche per noi della vecchia scuola». 
 
Tiago Gabriel, finito nel mirino della Juve. Come l’ha trovato? 
«Chi cerca trova. Un club come il nostro deve lavorare sulle potenzialità. Piace a tanti, non solo alla Juve. Il ragazzo è forte, abbiamo avuto pazienza e fortuna. Ma attenzione: per quest’anno resta qui. È un giocatore troppo importante per raggiungere il nostro obiettivo, non dobbiamo perderlo di vista». 
 
Sostenibilità? 
«Non dobbiamo insegnare niente a nessuno, abbiamo status diversi. Mi fa piacere che la Juve insegua questo obiettivo, io e il presidente Sticchi Damiani abbiamo iniziato nel 2020. Non è facile far digerire questo processo ai tifosi, dovranno essere bravi a comunicare. A raccontare il progetto». 


Qual è stato il suo colpo più importante a Firenze? 
«Parto da Luca Toni e chiudo con Dusan Vlahovic, pur sapendo di fare un torto a tanti». 
 
Vlahovic?
«Non devo dare consigli a nessuno. Ma di sicuro Dusan è forte, fortissimo: ce ne sono pochi come lui in giro per l’Europa». 
 
Spalletti? 
«Chi sa vincere in Serie A può fare bene ovunque. Non è facile imporsi alla Juve, ma se c’è uno che può farcela questo è proprio Spalletti». 
 
Oltre a Tiago Gabriel, chi esploderà? 
«Berisha per noi è un giocatore importante. Ma i gioielli in generale non ci mancano: c’è anche Veiga, pure Siebert e Sala verranno fuori nel tempo».