Il web ci ha ironizzato su, s'è parlato anche di plagio, e l'opinione di molti tifosi è stata contrastante: non si può certo dire che il nuovo logo scelto dalla Juventus non abbia fatto parlare di sé. Anzi: da lunedi sera sui social non si parla d'altro. Del cambio di look, della scelta della società bianconera, e di molto altro, ha parlato a Wired Manfredi Ricca, Chief Strategy Officer EMEA & LatAm di Interbrand, azienda che si è occupata della realizzazione del nuovo logo dei campioni d'Italia. Ecco alcune delle sue dichiarazioni. 

"Il brand è il punto d’incontro tra passione e business, è un catalizzatore di crescita dalla gestione particolarmente complessa, soprattutto per una squadra sportiva: il calcio è l’unica categoria in cui la fedeltà non è mai messa in discussione. La performance può essere negativa, i giocatori possono cambiare ma il brand, inteso come sintesi di valori, rimane immutato. Non serviva un semplice ritocco, un’operazione di cosmesi. Serviva arrivare al cuore dell’essenza Juventus, facendo raccontare al brand l’espansione verso cui la società è proiettata. Tutto ciò mantenendo l’equilibrio tra il rispetto per i tifosi e la visione che la società ha per il futuro. Juventus ha una credibilità tale da non incarnare soltanto lo spirito di una città, ma una filosofia capace di esprimersi in qualsiasi luogo e ambito. Juventus è il coraggio di essere i primi a infrangere le convenzioni, è puntare all’eccellenza in ogni campo, è pensare che vincere sia l’unica scelta possibile, che non esista perdere ma solo imparare. Juventus è calcio ma non è solo calcio, per questo credo che non si debba tifare Juventus quanto piuttosto vivere Juventus".  

Queste anche alcune delle considerazioni di Silvio Vigato, Head of Brand, Licensing and Retail e Co-Chief Revenue Officer della Juventus.

"È ciò che lega tifosi e appassionati permettendo loro di riconoscervi i propri valori e la propria identità. Gestire il brand di Juventus significa salvaguardarne i 120 anni di tradizione riuscendo al contempo a guardare al futuro: molte squadre vivono nel passato, dimenticandosi di essere anche aziende da proiettare nel domani. Il cambio del logo è un po’ come il cambio d’abito: lo si fa per adattarsi a una nuova realtà, per veicolare un nuovo messaggio, che parla non tanto di cambiamento quanto di comprensione del mondo circostante, a cui necessariamente consegue la necessità di evolversi, di ampliare il brand in diversi mercati e in diversi Paesi. Tutti elementi che derivano dal piano strategico elaborato da Juventus per i prossimi cinque anni, e dalla volontà di renderlo sostenibile".