Alessandro Buongiorno, difensore del Torino, ospite a Casa Tennis ATP Finals 2022 ha parlato della sua stagione con i granata e della fascia da capitano.

Intervista a Buongiorno

Capitano? "E' una cosa bellissima essere in prima squadra ed essere capitano, da torinese ho tutta la famiglia granata. Essere arrivato a questo traguardo è stato stra emozionante, lo è ogni volta che gioco e che indosso la fascia".
 

Emozione?  "Il primo è stato condito con parte amara perché mi feci male, dopo 6-7 minuti. Fu il giorno più bello e più brutto della mia vita. La fascia è un’altra cosa che non mi aspettavo, è arrivata improvvisamente. Tornato da riscaldamento, in spogliatoio ho visto la fascia ed è stato bellissimo".

Buongiorno sulla fascia da capitano


 
Sulla responsabilità: "Ne sento tanta, ma mi inorgoglisce: essere torinese, ho tanti amici e tutti abitano intorno allo stadio, da piccolo giocavo a calcio e a carte con gli amici, conosco bene Torino e il quartiere dove c’è lo stadio. Andavo a vedere le partite da piccolo, ho fatto il raccattapalle e mi trovavo di fronte i giocatori. Era già lì un’emozione, ritrovarmi all’interno del campo a giocare è uno step superiore".
 
Sui suoi sogni e i suoi modelli: "Da piccolo sognavo di fare il calciatore, ma non ci pensavo: davo il massimo e mi divertivo, erano i miei due input. Poi nel mondo della prima squadra e primavera, c’erano due giocatori che mi hanno aiutato: Moretti e Burdisso. Mi hanno dato grande mano quando venivo convocato e mi allenavo, entrambi mi davano consigli anche a fine allenamenti e facevamo tecnica, mi spiegavano varie cose. Mi ha permesso di crescere parecchio". 
 
 
Torino? "Per me il Toro è il massimo, cerco sempre di dare tutto per restituire quello che mi dà e mi ha dato il Toro. Spero di rimanere il più possibile e, finché rimarrò, darò il 100%". 

Intervista a Buongiorno


 
Carriera? "Non ho avuto un momento di svolta nella carriera, ho fatto uno scatto mentale circa tre anni fa con Giampaolo: ero tornato dal prestito ed ero un po’ tenuto fuori, al ritiro eravamo in tanti ma il mister mi metteva dentro. Da lì, il click che ho avuto è stato di dirmi “tiro fuori personalità, mi faccio vedere e cerco di parlare, non ho nulla da perdere e do il massimo”. Fortunatamente è andata bene, mi sono allenato sempre di più fino a giocare".

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