Tanta voglia di rimettersi in marcia e di normalità per il Genoa e per Rolando Maran, che finalmente guarda al ritorno in campo dopo il periodo complicatissimo della sua squadra, colpita dal Covid come nessuna, 22 positivi in 21 giorni. Di queste settimane difficili il tecnico rossoblu ha parlato alla Gazzetta dello Sport.

Maran: pochi allenamenti, nessuna partita

Impensabile. Non voglio dire incredibile, perché il Covid-19 è una cosa seria, ma non ci aspettavamo che potesse colpirci in quella misura e con quella forza. Avevamo sempre fatto le cose con grande cautela ed attenzione. Invece da quel giorno ci sono stati pochi allenamenti, nessuna partita, e se prima gioivamo per un gol, adesso esultiamo per un giocatore negativizzato. Siamo su questi livelli".

Maran torna a Napoli-Genoa

Una premessa: quel giorno abbiamo curato ogni minimo dettaglio. Per cautela s’era deciso di partire il giorno successivo per Napoli, allo scopo di proteggere noi stessi e gli altri. Sul momento non avevamo realizzato la situazione, pareva una suggestione dei ragazzi dopo quel che era successo a Mattia ed a Schöne sentire qualche malessere. Invece tutto questo ha influito sui giocatori, l’abbiamo capito parlando con loro nei giorni successivi. Nessuno l’aveva palesato per non tirarsi indietro e poter scendere in campo, da una parte è meritorio. Ricordo una vigilia stranissima, una notte tutti in piedi a fare i tamponi cercando di mantenere sempre le distanze. Non è stato il modo migliore per preparare una gara, ma era nostro dovere agire così.

Genoa, vivere alla giornata

"Un periodo surreale, devo dire grazie a tutta la Primavera del Genoa, compresa dirigenza e l’allenatore, per la loro disponibilità. Nei primi giorni eravamo, sei, sette, otto giocatori... pensare che tutto il resto della squadra era a letto, conciata in quel modo... Solo noi in Italia e forse in Europa abbiamo vissuto una cosa del genere, non è stato semplice per nessuno gestire un momento così traumatico. I tempi di recupero dei negativizzati? Non è possibile dirlo. Parliamo di una situazione anomala, i cui effetti sui singoli sono sconosciuti. Viviamo alla giornata, ascoltando le sensazioni dei ragazzi. Ricordandoci, poi, che abbiamo passato un lungo periodo complicatissimo, ma che adesso ce ne aspetta un altro altrettanto complesso. Perciò è necessario che quanto accaduto ci dia ancora più compattezza pensando al futuro".

Maran, tattico o psicologo?

"Non userei il termine psicologo. Semmai dovrò avere la capacità di essere di supporto ai ragazzi in ogni situazione. Un punto di riferimento, sempre. Verona, Inter, coppa Italia e derby in quattordici giorni? Ecco perché dico che la parte più ardua deve ancora venire. Rimbocchiamoci le maniche dandoci fiducia l’un l’altro. Ho il dovere di stare davanti portando la bandiera, ma mostrando alla squadra ciò che provo davvero, senza finzioni. La lezione? Dobbiamo trovare la forza di continuare a vivere, e qui non parlo di impatto della pandemia sul calcio, ma sull’esistenza delle persone, sulla vita familiare, nello studio, con una coscienza tale da non mettere a repentaglio nessuno. Così tutto sarà meno difficile".

Rolando Maran (Getty Images)
Rolando Maran (Getty Images)