Cristiano Giuntoli si racconta. Il ds del Napoli, intervistato dal "Corriere dello Sport", ha parlato tra le altre cose del futuro di Luciano Spalletti e dell'arrivo di Kvaratskhelia

Sul momento del Napoli

«Come nasce? Con l’impegno, credo anche con la competenza, con il coraggio di una proprietà che nei suoi diciotto anni ha dato dimostrazione di sé. C’è un progetto che è stato sviluppato. Il Covid ci ha imposto di cambiare, perché il monte ingaggi ormai era insostenibile, dinnanzi a una situazione che aveva ridimensionato e quasi azzerato ogni risorsa economica. Nonostante il virus, De Laurentiis ha investito per arrivare ad Osimhen e, solo sei mesi prima, aveva concesso il via libera per una campagna acquisti invernali che poi è stata rivalutata dal campo. Ma chi sta nel calcio sa che possono esserci vuoti d’aria. Abbiamo anche vissuto un dramma universale, con il Covid, campionati bloccati, isolamento, prestazioni alterate. Ma a quel punto, dovemmo decidere».

Su Kvaratskhelia

«Nell’estate del 2021, con all’orizzonte una serie di scadenze contrattuali e con la possibilità che calciatori importanti potessero trovare collocazione adeguata, venne articolata la prima short list. È lì che fondamentalmente si avvia a pensare a questo Napoli. Di lui avevamo cominciato a chiacchierare ai tempi di Ancelotti. La prima richiesta di 30 milioni del Rubin Kazan ci gelò. E ci tirammo indietro. La guerra in Ucraina ha modificato la valutazione e con Khvicha alla Dinamo Batumi ci siamo rifatti avanti. Con il management di Kvara ci sono rapporti consolidati, avremo modo di parlare e di aggiornarci. C’è simpatia e stima tra noi e abbiamo quattro anni e mezzo ancora davanti a noi. Certo, nessuno è insensibile alle risposte ricevute dal campo, ma non ne farei un caso». 

Su Kim

«Faccio chiarezza: c’è una clausola, valida solo per l’estero. 50 milioni? È variabile, è crescente, è legata al fatturato dell’eventuale acquirente. E soprattutto ci si può accedere solo in una finestra fissata per il prossimo luglio e aperta per quindici giorni. Ma questa è teoria, perché in pratica noi siamo già proiettati alla ridiscussione di quei termini». 

Su Spalletti

«Scadenza? Ma c’è una opzione per il rinnovo per un altro anno fissato a favore della società. Non ho fretta, venti mesi sono un’eternità. Se ci voltiamo, dov’eravamo venti mesi fa?». 

Sul rimpianto

«Haaland. Contratto già fatto con il Salisburgo, riconoscendo loro il pagamento della clausola a venticinque milioni di euro. Ma Haaland preferì il Borussia Dortmund e noi che avevamo messo lui e Osimhen nelle nostre preferenze, ci dirottammo su Victor. Per noi erano alla pari».