Guglielmo Vicario, 26enne portiere dell'Empoli, ha parlato nel corso di un'intervista concessa alla Gazzetta dello Sport dopo la prova contro la Roma.

Vicario sulla gara contro la Roma

 

La tripla respinta contro la Roma è già entrata nelle sue bellezze?
 «E’ stato un mix di tante componenti. Un bel gesto tecnico, di istinto e di posizione: nasce da una respinta non perfetta, poi ci ho creduto e alla disperata ho ribattuto altre due volte. Quando l’ho rivista, mi sono sorpreso, mi ha fatto effetto. E’ stata premiata la perseveranza nel non smettere mai di crederci».

Sembra un po’ la filosofia della sua vita?
«Sì, è il mio mantra. Crederci e puntare a obiettivi più importanti. Ho un percorso che parte da lontano, che è in via di costruzione, di miglioramento».
Lei è una ex riserva che ce l’ha fatta. Come?
«Vado estremamente fiero e orgoglioso del mio percorso. Ho scalato tutti i gradini che mi hanno permesso di essere quello che sono adesso. Una forza imprescindibile da cui non posso staccarmi. Ero dietro Meret nell’unico anno nelle giovanili dell’Udinese, nella Primavera. Sono stato secondo di Audero a Venezia e di Cragno a Cagliari. Ma anche di Facchin, sempre a Venezia. Forse meno noto al pubblico ma che è stata una figura determinante per me. Adesso lavora al Como».
I primi tre li ha accanto in A. E’ contento di averli raggiunti, se non superati?
«Non è un tasto che mi permetterei di battere. C’è solo stima, rispetto e felicità per quanto fatto. E trovo spunti per guardare, per il confronto e la crescita».

 

Vicario sui segreti


Si è definito un grande osservatore: è ancora in quella fase o è lei ad essere osservato adesso?
«Ho dovuto fare di necessità virtù perché era quello che mi imponeva la mia strada in quel momento. Crescere con gli occhi di chi vuole fare qualcosa. Si cerca sempre di rubare quello che altri fanno meglio di te».
 Troppi elogi possono anche far male?
«Il peso che viene dato a tutto ciò deve essere sempre nell’equilibrio delle cose. Senza una gestione equa si rischia di cadere nelle trappole. Bisogna rimanere concentrati sul quotidiano, senza andare troppo in là con la mente, dove non si possono governare certe situazioni».
Essere entrato nel giro azzurro ma avere davanti un titolare del 99 le dà qualche pensiero?
«Solo grande rispetto e stima per quello che fa Donnarumma da almeno sette anni. E’ uno dei più forti del mondo, dai migliori si può solo imparare».

Vicario sul futuro


Il suo futuro come lo vede?
«E’ tutto da scrivere. Però adesso c’è una salvezza da conquistare a cominciare da sabato con lo Spezia. L’obiettivo è fondamentale per noi e per il club. Non sarei il Vicario di oggi senza tutto quello che mi ha dato l’Empoli, mi ha fatto migliorare come atleta e persona».

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