Dopo l'addio ufficiale alla Lazio, il ds Igli Tare si è lasciato andare ad un lungo sfogo pubblicato sulle colonne de Il Messaggero. Il dirigente, oramai ex biancoceleste, ha spiegato quanto accaduto negli ultimi tempi.

Lazio, la lettera di Tare

Di seguito la lettera di Igli Tare:

Non devo rimanere a tutti i costi, nonostante un legame enorme con questo club che ho dimostrato con i fatti, rifiutando negli anni Milan, Napoli ed Eintracht. Avrei guadagnato dieci volte di più, da tempo sarei potuto andare altrove, ma io vado avanti in base ai rapporti e sono sempre rimasto per la grande riconoscenza che avevo per un presidente che mi ha dato fiducia in un certo momento. Gli sono sempre rimasto fedele, ma ora devo fare il professionista, non ho intenzione di sbattere la testa contro un muro”.

Su Sarri

L’ho portato io alla Lazio e l’ho supportato per il rinnovo sino al 2025 quando lui mi ha confessato dopo 4 mesi di essersi innamorato della Lazio. Noi non abbiamo mai litigato. Io sono intervenuto, quando eravamo in alto in classifica e lui voleva farlo passare per un miracolo. Ho parlato di secondo posto non per fargli pressione, ma perché è chiaro che avevamo l’obbligo sino alla fine di lottare per avere 18 milioni in più a bilancio. Io facevo gli interessi della società, nient’altro”.

Sul mercato

Ogni giocatore è stato concordato con Sarri. Sosteneva che Cancellieri sarebbe diventato un crac e poi non lo ha fatto giocare. Mai detto che era propedeutico a Ilic, che sarebbe entrato solo se usciva Luis Alberto, su cui il Siviglia si è tirato all’ultimo indietro. Maximiano è stato scelto da Grigioni e ha dato l’ok a Lotito dopo un report che gli avevo consegnato, io stavo trattando Vicario. L’allenatore aveva dato l’ok a Gila e Romagnoli, poi Lotito ha deciso di prendere anche Casale per farlo contento. Dovevamo svecchiare la rosa, ottenere i risultati sportivi e io ho piazzato 14 giocatori in uscita a gennaio".