Autore di tre gol nelle ultime quattro partite, Nicolò Zaniolo è intervenuto ai microfoni de Il Messaggero Veneto soffermandosi sulla sua esperienza all'Udinese e su alcuni temi relativi al suo passato.

Udinese, le parole di Zaniolo

"L'esultanza con l'Atalanta? Niente di particolare. Mi è venuta così. La partita era molto tesa, equilibrata ed è stato importante sbloccarla. Il gol in finale di Conference è stato incredibile. Alla vigilia sentivamo molto la partita, la Roma non vinceva da anni un titolo. Quella partita è stata il coronamento di un’intera stagione. È stato uno dei giorni più belli della mia vita. Ho commesso degli errori e li ho riconosciuti. Sono tappe della vita. A 18 anni sono passato dalla Primavera dell’Inter a un top club italiano, ho fatto doppietta in Champions League, non era facile tenere la testa sulle spalle. A Udine ho avvertito subito grande fiducia da parte di tutti: società, tecnico, compagni, tifosi, però di riuscire a performare subito in questo modo no".

 

L'esperienza alla Roma

"Tutte le cose hanno un inizio e una fine. Andare via da Roma per me è stata una botta molto dolorosa, non è finita benissimo ma mi auguro che con il tempo tutto si appiani. La mia compagna è di Roma e mio figlio è nato là. Incomprensioni con Mourinho? Assolutamente no, anzi. Con il mister mi sento ancora oggi e posso solo dire cose belle di lui".

Gli infortuni

"Non mi piace la parola condizionato, preferisco dire che mi hanno migliorato. Una volta andavo in palestra solo perché dovevo, oggi lo faccio in maniera molto più scrupolosa per potermi allenare poi al meglio sul campo. Se mi dà fastidio l'etichetta di bad boy? No, a me interessa l’opinione che hanno di me le persone che mi vogliono bene: la mia ragazza, mio figlio e i compagni di squadra, non di coloro che mi conoscono in maniera superficiale. So come mi comporto e come lavoro"