Intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della finale di Conference League contro la Fiorentina, David Moyes ha elogiato i viola, affermando di essere rimasto colpito dal gioco di Italiano. Tra i temi trattati non soltanto la tattica, ma anche l'importanza dell'essere in una finale europea, una maniera per riscattare un andamento non scintillante in campionato; di seguito le parole di Moyes.

Le parole di Moyes

Le parole di Moyes: "È molto bello essere qui, lo è per chiunque di noi. E' uno dei traguardi più importanti per un allenatore. Spero che sia un punto di partenza, ho sempre detto che il meglio deve ancora venire e mi sto godendo questo momento con tutti gli altri. Abbiamo fatto un buon mix, ci siamo allenati e divertiti in Portogallo. Abbiamo disputato 56 partite tra campionato e coppe, l'anno scorso addirittura 63. Poi abbiamo cercato di prepararli al meglio, speriamo che questi 10 giorni non siano troppi per preparare al meglio la sfida".

Moyes: "Fiorentina è avversario complicato" (Getty Images)
Moyes: "Fiorentina è avversario complicato" (Getty Images)

Sulla Fiorentina

Sulla Fiorentina: "La Fiorentina mi ha colpito tanto, hanno già raggiunto un'altra finale di coppa e questo la dice lunga sul loro lavoro. È un avversario complicato, è sempre difficile affrontare le squadre italiane. Li rispettiamo molto".

Sulla sfida

Sulla sfida: "Si pensa in continuazione a come giocare e creare problemi agli avversari ma è utile avere dei piani B e C. Serve prepararsi mentalmente, non abbiamo mai perso in questa competizione, l'anno scorso abbiamo perso solo in semifinale e speriamo possa essere un percorso speciale anche l'anno prossimo".

Sulla finale

Sulla finale: "Il livello della Premier è molto alto e quindi disputare questa competizione giocando anche in Premier è stato molto difficile. La Conference ci ha portato fuori dall'acqua quando le cose andavano male, ci ha aiutato. Io nella storia del club? Non mi vedo diversamente da qualcun altro in questa stanza. Sono un privilegiato perché alleno da tanti anni e ora posso disputare una finale. Non mi vedo mai in questi termini come leggenda, mi piace essere conosciuto come un allenatore, un uomo serio che dà sempre il massimo e che cerca di rendere sempre competitive le sue squadre".