Le difficoltà di Suning a gestire le proprie aziende legate al calcio perdurano. Non solo l'Inter coinvolta, ma anche il club che in Cina, per di più, porta il nome del gruppo proprietario dei nerazzurri - anche se formalmente la squadra resta il Jiangsu Zuqiu Julebu, a causa delle regole e restrizioni imposte dal governo. 

Lo Jiangsu sta infatti attraversando una profonda crisi a causa delle nuove disposizioni previste dal governo cinese. E mentre l'Inter è in piena trattativa per un cambio societario importante, in Cina la situazione non è tanto differente. 
 

Jiangsu in crisi: rischia di non potersi iscrivere al campionato

E pensare che qualche mese fa lo Jaingsu festeggiava il titolo di campione di Cina. Oggi, invece, le limitazioni imposte dal governo, oltre a quella relativa al nome del club che non può più portare nome di sponsor e proprietari, rischiano di far sprofondare nell'oblio il club. 

Il tetto per gli stipendi massimi dei calciatori è stato infatti fissato a 3 milioni di dollari lordi, il che annulla tutti gli sforzi compiuti dalla proprietà e in generale dal calcio cinese per portare nella Super League i campioni del calcio europeo. 

I giocatori si sono visti quindi decurtare lo stipendio e, nel caso del Jiangsu come di altri club cinesi, hanno subito anche ritardi nei pagamenti: è per questo che da diverse settimane arrivano voci di mercato riguardanti i calciatori che erano andati in Cina. Al Jiangsu, gli ex nerazzurri Miranda ed Eder sono con le valigie, ma il cambio di regole imposto dal governo è anche tra i motivi per cui El Shaarawy è tornato in Italia e anche Pellè saluterà la Cina. 

Secondo TuttoSport, entro venerdì lo Jiangsu dovrà dimostrare di essere in regola con il pagamento degli stipendi, pena la mancata iscrizione al campionato. In queste ore si sta quindi provando la strada dell'accordo con i calciatori, al momento non intenzionati ad accettare.