Una formula è un sussurro dell’universo che ci chiede di ascoltare il suo ordine segreto.
Eh, già, le formule. Hanno da sempre una natura discreta, sottile. Non urla, ma messaggi inequivocabili e apparentemente silenziosi, che richiedono grande attenzione e sensibilità per essere sia compresi che spiegati. E applicati, ovviamente.
Lo sa benissimo Alberto Uncini Manganelli: ingegnere, cospomolita, professionista trentennale in grandissime multinazionali (P&G e attualmente Adidas) e autore de 'La formula delle formule - .
Un libro che, come spiega il nostro comune amico Pierluigi Pardo, "racconta, attraverso la voce di grandissimi campioni in diverse discipline, che il talento nella vita da solo non basta. Senza fame, perseveranza e capacità di reagire alle difficoltà, non si possono raggiungere le vette più alte".
E' per questo che serve, sempre, una formula. Ma non una qualunque: la formula delle formule.
Attraversare i confini, propri e della vita
“Formula”, dal latino formŭla, diminuitivo di forma, è un disegno, una traccia, una figura, una sequenza ordinata di elementi che conduce a un risultato. È rigore, ma anche sogno. E' scienza, matematica, ma anche strumento per superare uno scoglio e raggiungere il proprio obiettivo.
È ciò che separa il caso dalla conquista. Ed è ciò che l’autore di questo libro – Alberto Uncini Manganelli – tenta di afferrare e restituire con parole: la struttura profonda della vittoria. Per farlo, utilizza il suo pensiero: quello di un uomo che ama la matematica, come dai suoi studi pregressi, ma anche il senso a metà tra l'irrazionale e il razionale che la matematica stessa assegna all'infinito. E il motivo è semplice: perché, come viene spiegato in uno degli ultimi 15 capitoli del libro, porsi limiti è sempre sbagliato. E nello sport, come nella matematica e nella vita, non ci sono limiti.
Come raggiungerli e oltrepassarli, insieme all'autore, lo raccontano tantissime leggende e icone del calcio e dello sport: tra queste, Ronaldinho, Rivaldo, Alessandro Del Piero, Roberto Mancini, Arrigo Sacchi, Usain Bolt, José Mourinho e Ian Thorpe. Le risposte di ognuno di loro alle tematiche esplose dall'autore in ogni capitolo sono di grande ispirazione esplicativa ma anche e soprattutto ricche di umanità, consapevolezza e verità, e servono ad arricchire i singoli concetti, trasformando il volume in un corpo vivo e collettivo, dove il pensiero diventa carne, esperienza, muscolo. Vita.
Cosa fa davvero la differenza tra chi vince e chi sfiora soltanto la gloria?
“La formula delle formule” non è solo un saggio sullo sport, al cui interno sono incastonate le gemme dialettiche delle sue icone. E' una guida alla comprensione profonda del successo e del fallimento, della pressione e dell’equilibrio, della gioia e del sacrificio.
Un'esplorazione introspettiva che parla allo sportivo, ma anche all’imprenditore, allo studente, all’artista, all'uomo comune e a chiunque affronti con consapevolezza – o desideri farlo – la sfida della propria esistenza.
Una volta chiusa la sua ultima pagina, scatta nel lettore una netta sensazione: che qualcosa, nel proprio animo, venga smosso. Perché le tracce motivazionali disseminate lungo oltre 200 pagine servono a riorganizzare le idee e risvegliare le motivazioni. Idee e motivazioni che spesso vengono solo lasciate a maturare nei cassetti della propria esperienza: per questo è un'opera di lettura che non è solo "passiva", ma anche attiva perché agisce scuotendo il lettore. E lo fa fin dalle sue primissime pagine, con l'introduzione di José Mourinho che, mettendo sul tavolo le sue esperienze, anche recenti, traccia il percorso emotivo della "fame da morire".
Quella, ad esempio, di Edin Dzeko - peraltro fresco di un imminente ritorno, a quasi 40 anni, nel nostro campionato - e che ha condiviso, con lo Special One, la comune esperienza in Turchia.
Un mourinhiano, sì, ma anche il primo esempio che Alberto, tramite l'analisi di José, traccia ne “La formula delle formule”.
Scienza e filosofia unite dal campo da gioco. Per vincere
Il cuore pulsante di questo lavoro è l’incontro straordinario tra pensiero scientifico e filosofia, con lo sport come teatro vivo e cornice in cui tutto prende forma.
Alberto scrive con il passo dell’analista, del matematico che sa ordinare, pesare, argomentare, ma il suo stile si apre continuamente all’intuizione, al dubbio fertile, alla riflessione esistenziale e alla stimolazione del lettore: la vittoria non è mai soltanto un traguardo misurabile, ma una forma complessa e profonda di espressione del sé.
E questa complessità è accolta e sviscerata attraverso un’impalcatura narrativa solida e affascinante.
Cos'è vincere? Qual è la formula del successo? Quali i sacrifici necessari? Quali i rimpianti? Cosa influenza carriera e successo? Quali i fallimenti? Talento o lavoro? Cos'è la mentalità vincente? Quale la vittoria più difficile? E quali le qualità fisiche e mentali necessarie? I rituali, i suggerimenti, e tanto, tanto altro.
Questi i capitoli del libro, che ruotano tutti intorno a una singola domanda, esplodendola poi attingendo ai punti di vista di chi, le risposte a queste domande, le ha sempre trovate. E le loro non sono mai citazioni ornamentali, ma frammenti vitali che dialogano con il lettore e con la riflessione dell’autore, creando una dinamica coinvolgente, quasi teatrale. È come se, pagina dopo pagina, si componesse un polifonico manifesto della vittoria, in tutte le sue forme e contraddizioni.
Sport, etica e futuro: Common Goal
Uno dei passaggi più toccanti arriva verso la fine del libro, quando Uncini Manganelli dedica un capitolo al progetto Common Goal, l’organizzazione internazionale che destina l’1% degli stipendi di atleti e figure dello sport a progetti sociali in comunità svantaggiate.
E lo stesso fa l'autore, considerato che ogni copia acquistata de 'La formula delle formule' contribuisce a supportare progetti per lo sviluppo dei bambini, nello sport, in comunità svantaggiate. Un fine tangibile che, come quello narrativo del libro stesso, non è solo quello di nutrirsi di pensiero, ma partecipare in maniera attiva a un’idea concreta di sport come strumento di trasformazione non solo personale, ma anche e soprattutto sociale.
Conclusione (o un nuovo inizio)
"Un'ora in più. Un allenamento in più. Un test in più. Un tentativo in più. Una ripetuta in più. Una corsa in più. Ed ecco che l'impegno, la determinazione, il crederci al di là di ogni ragionevole dubbio o paura, diventano decisivi per compensare un eventuale divario di talento. Non siamo tutti nati col mancino di Maradona o Messi".
Eccola qui, la formula: rendere visibile la verità di ogni sforzo autentico, di ogni passione non negoziata, di ogni errore trasformato in visione. E prospettiva.
“La formula delle formule” è molto più di una lettura per appassionati di sport. È una guida etica e motivazionale per chiunque sia pronto a guardare dentro sé stessi e dentro al proprio percorso: a interrogarsi, a migliorarsi, a vincere. È uno specchio lucido e gentile che ci mostra ciò che possiamo diventare se impariamo a stare davvero dentro il nostro campo da gioco, qualunque esso sia.
Leggerlo è come prepararsi a una finale. Anche se, dopo averlo finito, si capisce che la vera vittoria è già dentro il modo in cui scegliamo di giocare. E scegliere la formula giusta per farlo è sempre il primo passo.
