Hamed Junior Traorè, centrocampista del Sassuolo, ha parlato nel corso di un'intervista concessa alla Gazzetta dello Sport. Queste le parole del talento neroverde che si sta imponendo in questa stagione di Serie A.

Traore e l'intervista di oggi

Sogno?

«Il primo l’ho realizzato: sono diventato un calciatore. Quando partii dalla Costa d’Avorio avevo solo questo in testa. E il secondo... Tra poco spengo le candeline su questa bella torta e ripenso ai compleanni del passato. In Costa d’Avorio non c’era l’usanza dei regali: ci si faceva gli auguri e via. Nel 2015, in Italia, ho ricevuto i primi regali. Ma il più bel compleanno deve ancora arrivare, sarà quello che passerò qui quando potrà raggiungermi la mia famiglia: papà, mamma, un fratello e due sorelle. Sto preparando tutti i documenti. Il mio più grande sogno non è giocare la Champions League, anche se ovviamente spero di riuscirci, ma riunire la famiglia».

Intervista a Traorè sul ruolo


All’Empoli iniziò da mezzala: è il suo ruolo preferito?


«Lì ho fatto il mio percorso iniziale, nel settore giovanile e in prima squadra. Andreazzoli, che io chiamavo nonno, è una persona speciale. Quando ho firmato per il Sassuolo l’ho ringraziato per quello che aveva fatto per me e lui ha risposto: “Non devi ringraziare me, ma tua mamma”. È un maestro».


Al Sassuolo è diventato trequartista.


«De Zerbi mi ha avanzato per esigenze tattiche, ma non c’è problema. Il mio ruolo è il campo: dove mi mettono, mi rendo utile. Sono abbastanza istintivo in tutte le giocate: rispetto i compiti, ma poi do la mia interpretazione».

Traorè sul ruolo in campo


Andreazzoli, De Zerbi, Dionisi: cosa le hanno insegnato?


«Sono stato fortunato a essere guidato da tre tecnici con una mentalità offensiva. Andreazzoli mi ha dato fiducia: ero un ragazzino e mi fece giocare. De Zerbi mi ha spinto ad avere consapevolezza e convinzione. Dionisi mi insegna a non pretendere, ma ad andare a cercare le cose: mi ha fatto capire che serve la volontà per ottenere ciò che si vuole».

Traorè sul futuro


Dal Sassuolo si parte quando si è pronti per volare. A lei le ali sono già spuntate?


«Per adesso no. Sto facendo bene, ma controllerò più avanti se sono spuntate le ali. Qui c’è tutto e anche se in questa stagione i risultati sono alterni, il Sassuolo ha un progetto ambizioso e il suo stile. E la squadra è molto giovane, ci vuole pazienza».

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