Nel calcio ci sono squadre che trovano la loro stagione perfetta e sembrano quasi imbattibili, finendo l'anno con trionfi inaspettati o il raggiungimento di traguardi che sembravano miraggi solamente fino a pochi mesi prima. Per altre invece si finisce presto in un annus horribilis con una serie di circostanze che seguono pedissequamente la famosa legge di Murphy per cui "se qualcosa può andare storto, sicuramente lo farà"

Quest'anno la Juventus sembra incappata in questa seconda situazione. L'avvio di stagione dei bianconeri è stato a dir poco sconvolgente: in meno di una settimana hanno pareggiato con l'Udinese, nonostante il doppio vantaggio, visto praticamente "fuggire" il loro giocatore più forte e rappresentativo, ed infine uscire sconfitti dalla sfida interna contro la neo-promossa Empoli, con una prestazione che descrivere insufficiente è quasi un complimento. Ora Allegri avrà due settimane di tempo per capire quali siano i reali problemi della sua squadra, anche se la sensazione è che il tecnico abbia già intuito quale sia l'aspetto su cui lavorare di più: quello psicologico. Non a caso il tecnico bianconero ha battuto spesso su questo tasto, dalla vergogna che non deve provare Szczesny a spazzare la palla in tribuna, alla squadra che deve prendersi maggiori responsabilità dopo la partenza di Ronaldo e sulla frenesia mostrata nella sfida persa ieri sera. 

La partita di ieri sera contro l'Empoli è l'esempio lampante dei problemi in cui è incappata questa Juventus: l'avvio di partita è stato promettente con due nitide occasioni da rete per Federico Chiesa, entrambe sventate prontamente dall'estremo difensore dei toscani Vicario. Dopo il gol invece sono venute a galla tutte le fragilità emotive di questa Juventus, una squadra non in grado di riorganizzarsi per giocare d'insieme, ma affidandosi alle qualità dei singoli, quasi come se si fosse dimenticata che il proprio solista migliore aveva svuotato l'armadietto solamente poche ore prima.

Questo sarà per la Juventus l'ennesimo anno zero, con il terzo allenatore differente negli ultimi tre anni. Un anno di transizione con una squadra che sta abbassando sensibilmente l'età media con le uscite di elementi del calibro di Buffon e, appunto, Cristiano Ronaldo e l'ingresso (o il ritorno) di Kaio Jorge, Locatelli e, tra poche ore, Kean. Per molti questo sarà l'anno in cui abbandonare le spoglie di giovani o di talenti ancora incostanti per prendersi definitivamente sulle spalle la responsabilità di essere giocatori di un club importante come la Juventus. Ovviamente toccherà ai "vecchi" del gruppo aiutare i compagni nella propria crescita, per cui la presenza di Bonucci e Chiellini quest'anno sarà fondamentale quasi più fuori dal campo che sul rettangolo di gioco.

Difficile che dal mercato possa arrivare qualche elemento in grado di nascondere tutti questi problemi, anche per una questione di liste per cui per far entrare un giocatore ne deve uscire un altro e, oltre a McKennie, non sembra che i componenti del roster juventino abbiano così tanto mercato. Dopo due giornate per Allegri è già arrivato il tempo di rimboccarsi le maniche ed iniziare un lavoro importante su giocatori a cui dare sicurezze e recuperare mentalmente. Il gruppo è complessivamente giovane e ha senza ombra di dubbio la possibilità di crescere sotto la sapiente guida del tecnico livornese, ma nella Juventus, in questa Juventus, anche gli anni di transizione devono portare al raggiungimento di traguardi minimi, come la qualificazione alla prossima edizione della Champions League. Lasciare altri punti per strada, quando se ne hanno già cinque di ritardo dagli altri top club, sarebbe delittuoso e probabilmente se ne sentirebbe clamorosamente il peso nel finale di stagione.

Ora i bianconeri devono mettere da parte questo avvio shock, dimenticarsi della partenza di Ronaldo ed iniziare a lavorare pesantemente per iniziare quanto prima il recupero su quelle che dovrebbero essere le dirette avversarie per la lotta al titolo.