La Juventus del secondo ciclo di Allegri assomiglia sempre più alle montagne russe di qualche parco divertimenti americano. Un continuo saliscendi di prestazioni che non lascia spazio a possibili analisi sulla lunga distanza: solamente tre settimane fa, proprio da queste colonne, vi raccontavo di come fosse arrivata la fine dell'era dell'egemonia juventina, un crollo verticale della squadra che non lasciava presagire niente di positivo, nessuna risposta d'orgoglio allo Scudetto vinto dall'Inter nell'ultima stagione. In queste tre settimane la formazione bianconera ha inanellato tre vittorie consecutive di cui due, quelle in campionato contro Fiorentina e Lazio, senza subire gol.

Nel secondo anticipo della tredicesima giornata il tecnico livornese ha mandato in campo un undici talmente camaleontico che anche a leggere i nomi non si capiva quale fosse lo schema di partenza. Poteva essere un 3-5-2 con Danilo braccetto di destra, Cuadrado e Pellegrini larghi sulle corsie e Chiesa come seconda punta, o ancora un 4-3-3 con Danilo e Pellegrini esterni bassi, Chiesa e Cuadrado ai lati di Morata, o ancora un 4-4-2 con Rabiot ancora nel ruolo di finto esterno di sinistra. Dopo un inizio di partita a forti tinte biancocelesti è arrivato l'episodio che ha portato chiarezza nelle intenzioni tattiche di Allegri: nella sfortuna dell'infortunio muscolare occorso a Danilo poco dopo il decimo minuto di gioco il tecnico livornese ha avuto l'intuizione di mandare in campo Dejan Kulusevski. Scelta che a posteriori si è rivelata corretta, non tanto per una prova straripante dello svedese, quanto perché la sua presenza impediva a Hysaj di staccarsi dalla linea di difesa per andare ad accompagnare la manovra offensiva, la dimostrazione è data dall'occasione in cui l'esterno ex Napoli è provato a salire vicino alla linea di metà campo ed il numero 44 lo ha punito passandogli davanti in contropiede e costringendolo all'ammonizione. 

Nella sfida contro l'ex, mai troppo amato, Sarri la Juventus ha dimostrato di aver ritrovato compattezza e voglia di lottare su ogni pallone, impedendo alla formazione laziale ed ai suoi giocatori più talentuosi di arrivare dalle parti di Szczesny anche se, per onor del vero, l'assenza di Immobile in mezzo all'attacco capitolino ha avuto un certo peso. Il grande lavoro svolto in fase difensiva ha portato i bianconeri a peccare di lucidità quando si trattava di attaccare come dimostrano la conclusione imprecisa di Morata, l'addormentarsi di Kulusevski in contropiede ed anche la rete sfiorata da Bonucci a tu per tu con Reina. Se la "nuova" Juventus di Allegri dovesse mantenere per le prossime sfide questo tipo di concentrazione allora ambire per il traguardo Champions League tornerà ad essere presto possibile, se invece dovessero riprendere le montagne russe questo traguardo diventerebbe una mera utopia. 

Per quanto riguarda le prestazioni dei singoli va indubbiamente elogiata la freddezza di Bonucci dal dischetto, il difensore viterbese ha realizzato la sua prima doppietta in Serie A battendo entrambe le volte Reina senza troppe esitazioni. Il numero 19 si sta dimostrando sempre più uno dei leader emotivi di questa Juventus, senza far rimpiangere l'assenza del suo partner in crime Giorgio Chiellini. Sarebbe stato un bel gesto lasciar tirare il secondo rigore ad uno dei ragazzi più giovani, Chiesa in primis che l'aveva chiesto, ma in casa Juventus le gerarchie vanno sempre rispettate. Parlando di Chiesa va sottolineata l'ennesima prova di grande abnegazione e generosità, l'ex Fiorentina ha corso dal primo all'ultimo minuto di gioco costringendo più volte i difensori della Lazio, Reina compreso, a fermarlo con le cattive. Rispetto alle partite di inizio stagione il ventiquattrenne sembra ormai essere uno dei punti fissi di questa Juventus, Allegri difficilmente si priva di lui e ne ha ben ragione. Menzione speciale la merita Luca Pellegrini: schierato titolare un po' a sorpresa per dare riposo ad Alex Sandro l'ex Cagliari è partito un po' in sordina soffrendo gli attacchi dei talentuosi esterni offensivi laziali, ma con il passare dei minuti la sua prestazione è cresciuta in sicurezza e precisione. Inoltre dai suoi calci da fermo tagliati si sono create diverse situazioni di gioco interessanti e pericolose per la squadra di Sarri. 

Una Juventus in crescita dunque, una squadra che ha ripreso quel percorso di miglioramento che sembrava essersi bruscamente interrotto dopo le sconfitte con Sassuolo e Verona. Per Allegri la prossima sfida in campionato contro l'Atalanta sarà molto delicata, sicuramente di più rispetto a quella contro il Chelsea, visto che la qualificazione agli ottavi di Champions League è già assicurata. Portare a casa una vittoria contro gli orobici significherebbe rientrare definitivamente nella corsa alla prossima Champions League e, chissà, magari dare quella scossa emotiva per provare ad ambire a traguardi più prestigiosi.