Il Giorno dei giorni, il D-Day, chiamatelo come vi pare. Quel giorno che tutti avevate cerchiato in rosso è finalmente arrivato. 7 marzo, Stadio San Paolo, ore 20.45, milioni di occhi puntati sul grande schermo: è il giorno di Napoli-Real Madrid. Sarà l'ansia, sarà il temporale improvviso che si è abbattuto sulla città, fatto sta che chi vi scrive stanotte ha dormito poco (e male). E allora via con una passeggiata per isolarsi e schiarirsi le idee. Come non detto, tutti a parlare della partita: l'ottimista che si è giocato il 2-0 e lo sbandiera ai quattro venti, lo scaramantico che sbraita al solo sentire il nome Real, il tattico che ti spiega nel dettaglio i movimenti box-to-box di Zielinski e perché Ronaldo non toccherà un pallone, il sentimentale che ti racconta il gol di Francini del 1987 e ti dice “Stasera tocca a Ghoulam”. E niente, tu sorridi, saluti e ti prendi un bel caffè. Dopotutto Napoli è anche questo: un arcobaleno di emozioni in pochi chilometri quadrati.
Ma bando ai sentimentalismi. Torno a casa, bevo un altro caffè (e sono già a 4) e penso: ma il Napoli può davvero battere il Real Madrid? Se si, come? E allora proviamo a pensare ai tre motivi per cui la remuntada è possibile. Scaramantici, non abbiate paura: ci sono anche le tre ragioni per cui invece è già tutto scritto.

3 MOTIVI PRO NAPOLI
1) EFFETTO BOLGIA – “I tifosi faranno sentire l’urlo della Champions fino a Torino”, ha detto Marek Hamsik in conferenza stampa. Un boato che inciterà i tifosi più della Kop di Anfield, del muro giallo di Dortmund e della torcida del Maracana. “Volevo giocare la rivincita in 12, ma purtroppo lo vietano” ha detto scherzando Sarri in conferenza. Bene, il dodicesimo uomo sarà fuori dal rettangolo di gioco. Provare per credere...
2) CAVALCANDO ROMA – Dimenticate le batoste contro Atalanta e Juventus, nella capitale il Napoli è tornato a imporre il proprio gioco. La condizione fisica è quasi al top: Koulibaly-Albiol sembrano tornati ai livelli dello scorso anno, Insigne e Callejon possono sfruttare i tagli sul lato debole e Mertens può fare la differenza contro il gigante Pepe (anche se Ramos non è Fazio, diciamolo subito). Inoltre, con un solo risultato a disposizione, il Napoli non potrà chiudersi. Palla a terra, giocate veloci e verticalizzazioni rapide. Non c'è scelta: pareggiare o perdere stasera non fa differenza.
3) MALEDETTO 3 A 1 – Un dato fa sperare i napoletani: 67%. Da quando il gol in trasferta vale doppio, 4 volte su 6 (il 67% appunto) il Real Madrid è stata eliminato dopo aver vinto 3-1 in casa all’andata. Le carnefici del passato si chiamano Psv (1971), Grasshopper (1978), Kaiserslautern (1982) e Psg (1993). Che sia la volta buon per il 5 su 7?

3 MOTIVI PRO REAL
1) DICA 47 – Il Napoli deve far gol (anzi due) per superare il turno, ma soprattutto non deve subirne. E qui la situazione si fa complicata. I Galacticos, infatti, vanno in gol da ben 46 partite consecutive. L’ultima gara senza reti? Il 26 aprile 2016, andata della semifinale di Champions, 0-0 in casa del Manchester City. Aggiungiamo che il Napoli nelle ultime 12 partite solo in 2 occasioni (Fiorentina e Genoa) non ha subito reti e la frittata sembra bella che fatta.
2) BBC – Oltre ad essere la sigla dell’emittente britannica, la BBC è l’incubo di molti napoletani. Al secolo: Bale-Benzema-Cristiano. Con il gallese tornato a pieno regime (anche se in leggero dubbio) l’attacco è al completo, un trio che ha fatto la fortuna di Zidane in questa e soprattutto nella scorsa stagione: velocità, forza fisica, dribbling e senso del gol. Senza contare che in panchina ci sono giocatori come Isco, James e Morata pronti a subentrare in caso di necessità. San Gennaro sarà costretto agli straordinari stasera.
3) CHIAMATELO ZIZOU - Raccomandato, sopravvalutato, di Zidane se ne sono dette di tutti i colori. E invece il francese ha smentito tutti regalando al Real la undecima sotto il cielo stellato di San Siro. Fregandosene delle critiche della piazza (e del presidente Perez) ha piazzato Casemiro davanti la difesa, diventato in poco tempo l'equilibratore di una squadra perfetta. Con il mercato bloccato ha fatto di necessità virtù, valorizzando giovani come Asensio, Kovacic, Lucas Vazquez e Morata (ripreso dalla Juve). E' l'unico tecnico francese ad aver vinto la "Coppa dalle grandi orecchie", ad appena 43 anni. Un predestinato, parola di Carlo Ancelotti.
