Elogiare Ciro Immobile è diventato ormai da mesi uno sport alla portata di tutti. Il "problema" è che il centravanti della Lazio non smette di macinare primati su primati. 'Costringendo', dunque, a rinnovare editoriali, approfondimenti e analisi sul suo conto. Le statistiche vanno pesantemente aggiornate, adesso più che mai. Perché Ciruzzo, con la doppietta rifilata domenica scorsa al Benevento, è passato dalla storia alla leggenda di questo club. Trentasei reti in stagione, divise un po' tra tutte le competizioni: 26 in Serie A (in 27 partite disputate su un totale di 30 giornate), 6 in Europa League, 2 nella finale di Supercoppa vinta ad agosto contro la Juventus e 2 in Coppa Italia. Un bottino che, nella singola annata, lo ha fatto diventare il bomber più prolifico di sempre per i capitolini. Il tacco di Cagliari gli aveva permesso di agganciare (e pure in bello stile) a quota 34 un colosso come Giorgio Chinaglia, ora mestamente obbligato anche da lassù a mettersi in fila, con tutti gli altri colleghi, dietro all'uragano partenopeo.
"Daje de tacco!"

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Occhio, però: davanti a sé Immobile ha almeno altre dieci gare da giocare: otto (sicure) di campionato, due (provvisorie?) in Europa. Ma c'è un altro dato che impressiona: quello del rapporto tra minuti in campo e gol collezionati, relativamente alla Serie A in corso. 2275 diviso 26, un calcolo semplice quanto immediato da cui scaturisce la spaventosa media di un centro ogni 88'. Meglio persino dei 92' di un certo Giuseppe Signori della stagione 1993/1994, o dei 101' di Hernan Crespo (2000/2001), o ancora dei 113' dello stesso Chinaglia (1973/1974, quella del primo Scudetto). Ecco perché anche lo strepitoso Mauro Icardi di quest'anno, almeno per il momento, è costretto a inseguire di due lunghezze in classifica cannonieri.
Sciolto e disinvolto

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E sul singolo campionato? L'ennesimo record in procinto di essere frantumato. Solo altri due giocatori, ovvero i sopracitati Signori e Crespo, erano riusciti a metterne dentro 26 in un torneo di A con indosso la casacca biancoceleste. Mostri sacri del passato più o meno recente, intanto, eguagliati. Non così cervellotico pronosticare che presto anche loro guarderanno la targa dello specialista di Torre Annunziata. Che, oltre agli arcinoti traguardi di squadra da centrare, ha un duplice colossale obiettivo personale ancora in piedi. In primis, la Scarpa d'Oro: gli è davanti solo Salah per 3 marcature (e 2 partite in più), è a pari merito con Lewandowski. E poi, la gloria entro i confini nazionali: meno di due anni fa Gonzalo Higuain riscriveva la storia con i clamorosi 36 gol nell'ultima stagione a Napoli. A Immobile gliene mancano 10 per fare lo stesso: difficile, ma non impossibile. Senza dimenticare, ovviamente, di continuare a far godere i suoi fantallenatori. E di preservare quanto meno la pazzesca fanta-media del 9.46.

"Il sorpasso", vol. 35

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