#LaClassenonèAcqua continua il suo viaggio e arriva al 1967, dove la grande quantità di talento offensivo a discapito di quello difensivo ci obbliga a fare qualche adattamento, perché le nostre selezioni puntano sempre a fare un gol più dell'avversario. Non riesce a entrare nella formazione titolare il roccioso Dimitri Popov, così come lo sfortunato Andres Escobar, freddato all'uscita di un ristorante poco dopo aver compromesso il mondiale colombiano con un'autorete. In mediana Caminero vince il duello tutto spagnolo con Guillermo Amor, colonna del Barça, mentre è in attacco che i tagli fanno male, con Dely Valdes, Ginola, Turkyilmaz, Kenneth Andersson e l'eroico Kazuyoshi Miura pronti a entrare dalla panchina.

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Bodo Illgner, 07/04/1967

Considerato uno dei migliori portieri della Germania di tutti i tempi, Illgner in carriera ha vinto anche il titolo come miglior portiere europeo per l'IFFHS. Fu il successore di Schumacher sia al Colonia che in nazionale tedesca, con la quale vinse il Mondiale italiano. Trasferitosi al Real Madrid, vinse la concorrenza con Canizares e portò a casa valanghe di titoli nazionali, oltre a due Champions' League (una vinta in finale contro la Juventus) e una Coppa Intercontinentale, prima di lasciare il testimone a un giovane Casillas, appendere i guanti al chiodo e andare a vivere a Boca Raton, in Florida, dove fa il commentatore sportivo.

Crizam Cesar de Oliveira Filho, 17/06/1967

Meglio noto solo come Zinho, è stato un valido giocatore della forte leva brasiliana degli anni '90, arrivata a vincere il Mondiale statunitense. Rapido e veloce, in grado di coprire bene la fascia, Zinho in patria ha vinto di tutto con le maglie storiche di Flamengo, Gremio e Palmeiras, prima di svernare nel Giappone che Zico aveva fatto diventare di moda tra i verdeoro.

José Luiz Caminero, 08/11/1967

Ok, non possiamo annoverarlo un difensore, ma per il bene della nostra Top 11 gli chiediamo il sacrificio di giocare qualche metro dietro, visto che nel Real Valladolid in cui ha chiuso la sua ottima carriera ha giocato da difensore centrale. Prima di questa avventura, il suo nome si è legato a doppio filo all'Atletico Madrid, di cui è attualmente il Direttore Sportivo. Con l'Atletico è stato eletto nella stagione 95/96 "Giocatore Spagnolo dell'anno" dalla rivista Don Balòn, e ha vinto un campionato e una coppa nazionale. Nel mondiale statunitense segnò contro l'Italia, ma si arrese alla doppietta del suo "compagno" in questa Top 11: Roberto Baggio.

Basile Boli, 02/01/1967

Nato ad Abidjan, in Costa d'Avorio, ma cresciuto in Francia e arrivato nel calcio che conta tramite l'Auxerre prima e soprattutto il Marsiglia poi. Con i biancazzurri ha vinto due campionati e una Champions' League, segnando il gol vittoria in finale contro il Milan. Lasciato l'Olympique a seguito dello scandalo di corruzione che coinvolse la squadra francese, venne scartato da Zeman dopo aver fatto un provino con la Lazio e si accasò ai Rangers, con i quali vinse un campionato. In campo è stato difensore roccioso, ma sempre pulito e onesto, non proprio lo stesso fuori: nel 2009 è stato arrestato per appropriazione indebita e abuso d'ufficio.

Aron Mohamed Winter, 01/03/1967

Olandese originario di Suriname, come tanti altri suoi connazionali, su tutti Seedorf, capace di garantire una buona fase difensiva alle squadre in cui ha militato. Utilizzato in maggior parte come mezz'ala, ha talvolta occupato la fascia sinistra: licenza che gli chiediamo anche in questa particolare "Top 11". Attualmente vice allenatore dell'Ajax, è qui che è cresciuto (vincendo anche una Coppa delle Coppe e una Coppa UEFA, oltre che il titolo di talento olandese dell'anno nel 1986), prima di farsi conoscere in Italia con le maglie di Lazio prima e Inter poi. Con i nerazzurri conquista la seconda Coppa UEFA, proprio in finale contro la sua ex Lazio, alla quale segnerà in campionato il suo unico gol nerazzurro. Più di 80 presenze anche con la maglia "Oranje", con la quale è salito sul tetto d'Europa nel 1988.

Andreas Möller, 02/09/1967

Centrocampista tedesco tra i migliori interpreti degli anni '90. Grandissima tecnica e qualità nella finalizzazione. Dotato di un destro magico, ha iniziato e finito la carriera nella sua Francoforte, all'Eintracht. Nel mezzo un'avventura italiana alla Juventus e due con il Borussia Dortmund, con il quale ha vinto la Champions' League battendo in finale proprio la sua ex Vecchia Signora. Con i gialloneri ha vinto anche una Coppa Intercontinentale in cui è stato eletto il miglior giocatore della competizione. La sua fame di trofei non si è placata nemmeno con la maglia della Germania, riuscendo a salire sul tetto del Mondo il 1990 in Italia e su quello d'Europa nel 1996 in Inghilterra.

Paul Emerson Carlyle Ince, 21/10/1967

Semplicemente Paul Ince, è stato un proverbiale centrocampista "di rottura", abile nel gioco fisico e propenso alla battaglia, benché dotato di un discreto tasso tecnico. Cresciuto nelle giovanili del West Ham, ha scritto pagine di storia con il Manchester United, squadra con la quale havinto anche una Coppa delle Coppe e una Supercoppa UEFA, prima di trasferirsi all'Inter e tornare in patria dopo due stagioni. E' stato il primo giocatore di colore a indossare la fascia di capitano della nazionale inglese (nel 1993).

Paul John Gascoigne, 27/05/1967

Vera espressione del "genio e sregolatezza", con una forse eccessiva propensione per la seconda. Costantemente sopra le righe fuori dal campo, Paul "Gazza" Gascoigne è stato nonostante tutto uno dei maggiori talenti della sua generazione, per la capacità di dribbling e una capacità tecnica fuori dal comune. Nominato miglior calciatore della Premier League nel 1988, ha fatto conoscere il suo nome in Italia con la maglia della Lazio, che lo acquistò all'epoca per 15 miliardi di lire. Entrò nella Top 11 degli Europei 1996, come purtroppo nel post-carriera agonistica entrò fin troppo spesso in ospedali e centri di disintossicazione, senza mai sconfiggere le sue dipendenze.


Roberto Baggio, 18/02/1967

Basta il suo nome per far sciogliere in un brodo di emozioni ogni appassionato italiano di calcio. E non è semplice per uno che di maglie ne ha cambiate tante e che non si è mai legato a una big italiana. Le ha provate tutte, o quasi. Juve, Inter e Milan, ma anche Vicenza (in cui è nato calcisticamente), Fiorentina, Bologna e Brescia, rese grandi dal suo talento. Soprannominato prima "Raffaello" per come dipingeva calcio, poi meglio noto come "Divin Codino", per quella sua particolare acconciatura, che dondolava sulla sua nuca accompagnando i movimenti leggiadri che così spesso culminavano in una rete. Unica pecca della sua carriera quel rigore calciato alle stelle a Pasadena nel 1994, che non ha cancellato il fatto che quell'Italia la portò lui, quasi da solo, in finale. Non era un bomber implacabile ma è stato tra i migliori realizzatori della nazionale italiana e della storia della serie A con 205 reti all'attivo. A livello personale ha vinto tutto, dal Pallone d'Oro del 1993 alla prima edizione del Golden Foot dieci anni dopo. Pelé lo ha inserito nella lista FIFA 100, mentre è il sedicesimo miglior calciatore del XX secolo (il primo italiano in lista). Nella Hall of Fame del calcio italiano dal 2011.

Ivan Luis Zamorano Zamora, 18/01/1967

Attaccante cileno quasi coetaneo di Marcelo Salas, abile realizzatore ed eccelso interprete nel gioco aereo, nonostante la sua scarsa altezza. Dopo aver dominato la scena in Cile, è arrivato in Europa passando per San Gallo, Siviglia, Real Madrid e Inter. Con la camiseta blanca si toglie le maggiori soddisfazioni, vincendo anche la classifica marcatori e il titolo di miglior giocatore straniero della Liga nel 1995. Con l'Inter trionfa in Coppa UEFA nel 1997/98. Inserito nella lista dei 250 giocatori più forti di sempre della rivista The Football History Boys e nella lista FIFA100. Con la maglia cilena si è messo al collo il bronzo olimpico a Sidney nel 2000, vincendo la classifica marcatori con 6 reti.

Claudio Paul Caniggia, 09/01/1967

Il figlio del vento, per la sua velocità sulla fascia, è stata un ala rapida e ficcante. Nato calcisticamente nel River Plate (con cui vince anche una Coppa Intercontinentale), Caniggia è stato volto noto della serie A per le sue avventure con la maglia di Verona, Atalanta e Roma, durante la cui permanenza viene trovato positivo alla cocaina e squalificato per 13 mesi. Molto importante per la nazionale albiceleste, colleziona 50 presenze (e 16 gol), vincendo una Coppa America nel 1991 e una Confederations Cup l'anno successivo.

Per chi crede che il calcio, come il buon vino, magari migliorerà invecchiando, ma che quelle passate siano sempre ottime annate. Per chi è vintage inside (e anche un pizzico nerd outside). Per chi al calcetto del giovedì "sai, io sono nato nel 1982, anno di Kakà Gilardino e Adriano, anno da bomber". Per i nostalgici compulsivi e per chi si è sempre chiesto, "Ok, De Gregori, La leva calcistica della classe '68...ma tutte le altre?". Ma anche per i più giovani con la cresta, i talent scout da videogiochi sempre aggiornatissimi.#LaClassenonèAcqua, è la rubrica targata Fantagazzetta che ripercorre più di mezzo secolo di storia del calcio, proponendovi le Top 11 per anno di nascita, dal 1940 al 2000.