E’ remoto il tempo di Zemanlandia e di Beppe Signori, di Igor Protti capocannoniere e del trenino. E’ lontano il tempo, ma non il ricordo, del doppio ex Franco Mancini, un po’ meno quello dei Galletti stellari targati Conte e Ventura, anche se di acqua, e di disgrazia, ne è passata un bel po’ in riva al Tavoliere.

Si sono incrociate l’ultima volta in Coppa Italia, due anni e spiccioli fa, Bari e Foggia. Ma non poteva essere la stessa cosa. E non sarà la stessa cosa neanche rispetto a vent’anni esatti fa, era il 1997 e fu l’ultimo Bari Foggia in Serie B. L’ultimo in a risale a due anni prima, un 2-2 nel quale, per i rossoneri, segno anche Gigi Di Biagio.

Ma di acqua e di disgrazia ne è passata un bel po’, e questa volta non può essere come tutte le altre. Si ritrovano di fronte in campionato, vent’anni dopo l’ultima volta, Bari e Foggia, domenica al San Nicola. E, come a chiarire la portata dell’evento, sarà il sole domenicale a salutare una sfida dal sapore di nostalgia e di fantasie di provincia, alle 12.30, con la cornice di un prevedibile record di pubblico quest’anno in Serie B (non una novità, al San Nicola). Merito del primo posto del Bari, che in coabitazione con il Parma, legittima sogni e dolci ricordi (l’ultima volta era accaduto con Conte in panchina, e i biancorossi avevano terminato il campionato con la promozione, al primo posto, davanti alla corazzata di Giovinco e compagni). Merito anche del fatto che abbiano vinto ragione e sentimento, e alla fine sia stata autorizzata, dopo il divieto iniziale, alla trasferta per i tifosi della Capitanata, che saranno quasi 1.300.

Tutti pazzi per il ritorno del derby di Puglia, e non potrebbe essere altrimenti, nel tacco d’Italia ultimamente all’asciutto dalle grandi ribalte. Un derby regionale mancava dalla Serie A del 2011, dalla doppia retrocessione del Lecce (campo e illeciti sportivi, culminati proprio in quell’ultimo Bari-Lecce con il celeberrimo autogol di Masiello), complice la difficoltà, quasi un’espiazione, di risalire dalla Lega Pro del Lecce, e quella del Foggia, che sfiorò la promozione in un intenso playoff contro il Pisa di Gattuso due anni fa, prova generale della cavalcata dei ragazzi di Stroppa lo scorso anno. Tutti pazzi per il derby, da queste parti. Persino Gianni Morandi, capitato in queste ore nella città dauna per scopi promozionali: "Il Bari sta andando meglio, il Foggia un po' di meno. Ma i rossoneri hanno bisogno di un grande risultato, che magari potrebbe arrivare domenica". Non una disamina raffinatissima, ma sicuramente dà il polso della temperatura altissima in Puglia, in attesa di domenica.

Ci arriva lanciatissimo, come detto, il Bari. Una macchina da guerra al San Nicola, la squadra di Giancaspro, che Fabio Grosso ha forgiato solidissima tra le mura amiche, e ultimamente tornata alla vittoria, con il 2-1 di Novara che è valso la prima posizione. Migliore, rispetto a qualche settimana fa, anche la situazione del Foggia, che il suo campionato per la permanenza in cadetteria lo sta costruendo partita dopo partita, e che è reduce dal pari interno contro la Ternana, che ha tenuto gli avversari, terzultimi, a distanza di sicurezza. La partita delle partite non può che essere quella di domenica mattina. “Due tifoserie che potrebbero regalare un bello spettacolo e farci vivere al meglio un derby molto sentito. Ciò fa parte del margine di miglioramento del nostro movimento calcistico. Vogliamo che al San Nicola ci siano anche i tifosi del Foggia”: così aveva detto, pochi giorni fa, Fabio Grosso, accontentato dal buon senso, che si spera sia anche quello delle due tifoserie, per dare al ritorno del derby di Puglia la cornice che merita. E le sensazioni della vigilia sembrano andare in questa direzione: le energie delle tifoserie organizzate sono orientate a una coreografia da ricordare per anni. Perché, con buona pace di Zemanlandia, di Signori e Protti e dei sogni di gloria, domenica mattina il sogno potrà essere per un’ora e mezza il San Nicola, in una bolla di nostalgia e fantasie di provincia.