Il Napoli è già in una navigazione di mezzo. È solo ottobre, ma le sensazioni portano più lontano. In Olanda gli azzurri affronteranno un monte necessità già decisivo. Sono in ballo gli equilibri del girone preliminare e le condizioni mentali di una squadra che negli ultimi tempi si è divisa tra sogni di gloria e restituzioni alla realtà. Cambi repentini, tanto quanto gli umori di una piazza che non sempre sa rispondere a giusti equilibri.

Col PSV Antonio Conte “non vuole fare da vittima sacrificale”. Una dichiarazione che serra le linee in una prudenza per cui è il Napoli ad essere sfavorito. I campioni d’Italia contro i campioni d’Olanda, per una gara in cui i partenopei sanno bene che hanno necessità di vincere e basta, senza troppi calcoli. La freccia della maxi classifica di Champions ha bisogno di restare in alto.

Il 4-3-3 di Bosz funzionava l’anno scorso e non sembra essersi inceppato quest’anno. Il PSV è secondo dietro il Feyenoord, e le due squadre sembrano aver creato già il vuoto dietro le inseguitrici di una Eredivisie che nelle prime due contempla il ruolo di protagoniste. In Champions però gli olandesi sono a secco di successi. Un punto in due gare è lo score attuale della squadra dell’ex Lang

I precedenti dettano il segno della rivincita. Stagione 2012\2013, due sconfitte proprio per mano del PSV in Europa League. 6 gol subiti e appena uno segnato. Due tris rifilati dagli olandesi per una doppia battuta d’arresto che oggi torna nella memoria recente come l’occasione di riparare al doppio precedente. Per farlo Conte dovrà affidarsi a qualche seconda linea. Senza Hojlund, Lucca dovrà nuovamente farsi carico dell’attacco azzurro, mentre Lang potrebbe trovare spazio da titolare proprio contro la sua ex squadra. Nell’undici azzurro il dubbio numero rimane McTominay, non ancora certo di essere della partita.

Dall’altra parte Veerman, Schouten e Saibari formeranno la mediana a supporto del tridente offensivo formato da Perisic, Man e Til. La manovra del PSV è caratterizzata da un possesso palla rapido e molto orientato sui movimenti degli esterni, con l’utilizzo delle intere catene di destra e di sinistra. Ecco che il tema tattico metterà alla prova soprattutto il sistema di gioco del Napoli, che fino a questo momento si è mostrato efficace nella capacità di possesso palla e di pressione alta, ma meno sul piano della concretezza, nonostante il miglioramento della media offensiva rispetto alla scorsa stagione.

In Olanda, specie dopo la sconfitta col Torino di campionato, il Napoli dovrà recuperare l’ottimismo del risultato e della spinta psicologica di un andamento e di un rendimento da restituirsi senza mezze misure, magari confidando in chi fino a questo momento è apparso meno brillante. Il terzo turno di Champions è quasi un nuovo inizio di Champions League.