Nel calcio, si sa, bisogna saper comprare al giusto prezzo. Ma anche saper massimizzare il proprio "prodotto" al momento della cessione, cercando di concretizzare quella che ormai è la meta per ogni club che si rispetti: una plusvalenza da sogno. A tal proposito, nel panorama calcistico italiano, la Roma si è dimostrata una delle società più virtuose, soprattutto negli ultimi anni. Analizziamo dunque insieme quali sono stati i cinque addii più remunerativi di sempre per le casse giallorosse.

1) MOHAMED SALAH AL LIVERPOOL: 40 milioni di euro - Non c'è ancora l'ufficialità, ma in casi come questo è davvero un dettaglio, dal momento che l'egiziano è già sbarcato in Inghilterra in vista delle visite mediche che sosterrà domani. Un trasferimento che è quasi passato sottotraccia, ma che in realtà meriterebbe ampia risonanza mediatica. In primis, per l'aspetto sportivo: 83 partite, 34 gol e 24 assist nella Capitale saranno difficilmente rimpiazzabili. Di pari importanza l'impatto a livello gestionale: la sua è la cessione più redditizia nella storia romanista, senza dimenticare i 5 milioni di bonus che renderebbero il piatto ancora più ricco;

2) MIRALEM PJANIC ALLA JUVENTUS: 32 milioni di euro - Battuto da Salah, un anno più tardi. Era il 13 giugno del 2016, infatti, quando i bianconeri decisero ufficialmente di investire circa 64 miliardi del vecchio conio, dopo aver ottenuto uno sconto di 6 milioni di euro rispetto alla clausola rescissoria da 38 precedentemente fissata dal club di Pallotta. Cifra che, sebbene ponesse il bosniaco quasi in una situazione di "saldi di inizio stagione", si rivelò da record assoluto. Il tutto dopo 5 stagioni, 185 incontri disputati e 30 centri con la Lupa sul petto;

3) MARQUINHOS AL PARIS SAINT-GERMAIN: 31,4 milioni di euro - Qui il capolavoro fu praticamente tutto di Walter Sabatini. Andò a pescare, nell'estate del 2012, un giovane brasiliano di belle speranze dal Corinthians, facendo sborsare alla Roma 1,5 milioni per il prestito (3 per il riscatto). Bastò una sola annata, seppur dannata e sfortunatissima con al comando prima Zeman e poi Andreazzoli (e culminata con la cocente sconfitta in finale di Coppa Italia contro la Lazio), per farne schizzare la valutazione di mercato. Fino all'epilogo che tutti conosciamo, complice un Psg che non ha di certo badato a spese per rendere il centrale carioca un perno fondamentale nella propria retroguardia presente e futura;

4) ERIK LAMELA AL TOTTENHAM: 30 milioni di euro - In quell'estate del 2011 buona parte dei principali top club europei erano sulle tracce di questo gioiellino che in patria, con la maglia del River Plate, stava dimostrando di meritare i grandi palcoscenici del Vecchio Continente. Alla fine la spuntò proprio la Roma, mettendo sul piatto in tutto 17 milioni di euro tra cartellino e imposte varie. Due anni dopo, ecco il Tottenham: 30 milioni più bonus sull'unghia, senza battere ciglio. 

5) MEDHI BENATIA AL BAYERN MONACO: 28 milioni di euro - Tra i principali protagonisti della trionfale cavalcata condotta dal Rudi Garcia 1.0, quella che riportò Totti e compagni a giocare la Champions League dopo quattro anni di digiuno. Secondo posto, 85 punti (record giallorosso). E il difensore marocchino, dopo un solo anno di militanza (preso dall'Udinese a luglio del 2013 per 13.5 milioni, oltre alle comproprietà di Verre e Nico Lopez), fu rivenduto al Bayern Monaco a più del doppio dell'investimento iniziale, più 4 milioni di bonus. 

Osservazioni sulla Top 5 delle cessioni

- La parola d'ordine è "variabilità": di ruolo (due ali destre, un centrocampista, due difensori), di nazionalità (Egitto, Bosnia, Brasile, Argentina, Marocco) e di destinazione (2 Inghilterra, 1 Italia, 1 Germania)

- Importante sottolineare che questa graduatoria è stata interamente costruita tra il 2013 e il 2017. Segno del fatto che la dirigenza attuale e quella del recentissimo passato sembrano essere proprio specializzate nelle sopracitate e tanto agognate plusvalenze, ma anche che più passa il tempo e maggiori sono le cifre che circolano nel mercato

- La forbice dell'età anagrafica è abbastanza ampia: si va da un classe 1987 (Benatia) a un 1994 (Marquinhos), a testimonianza di un'ulteriore abilità: quella di valorizzare appieno sia un giovane emergente, sia un profilo con già alle spalle sufficiente esperienza