Per la prima volta quella vecchia rivalità si ritroverà in Champions League. Nell’era Maradona i confronti col Milan diventarono un manifesto nemmeno troppo sibillino del nord contro il sud. Ognuno col suo, senza farne troppo un mistero. Da una parte il Milan due volte campione d’Europa di Sacchi, dall’altra il Napoli che conquistò il suo primo titolo europeo nel 1989, per una Coppa Uefa che allora rassomigliava molto alla Champions League. E in quell’edizione il Napoli ne trovò di avversari da Champions. La Juventus, il Bayern Monaco che prima di giocare col Napoli in semifinale, aveva eliminato ai quarti l’Inter dei record prossima campione d’Italia. 

A proposito di quegli anni, l’ultima volta che il Napoli ha trovato una squadra italiana ai quarti di un torneo europeo è stato proprio nel 1989, quando i partenopei, poi vincitori di quella edizione, eliminarono la Juventus ai quarti di Coppa Uefa con una storica rimonta e un goal all’ultimo minuto ai supplementari. 2-0 a Torino per la Juventus a Torino, 3-0 a Napoli per gli uomini di Maradona. 

Altri anni, altra epoca, in una divisione che si faceva retaggio di divergenze culturali, rivalità politiche, avvisaglie di nuovi e dubbi corsi. In una percezione per la quale antiche ingiustizie venivano rievocate da nuovi squilibri. A ridosso di un periodo storico che avrebbe cambiato il mondo. In Italia e all’estero.  

A distanza di una storia intera, per la prima volta Napoli e Milano dentro la massima competizione nella fase sempre più finale, in un tabellone in cui caso ha voluto che dall’altra parte, ad aspettare la vincitrice tra Napoli e Milan ci siano Inter e Benfica. Col Napoli per la prima volta ai quarti di Champions in mezzo a tre squadre che insieme fanno 12 Champions conquistate. La parte numero due del tabellone vede il Napoli fronteggiarsi con un monumento della Champions League.

Milan e Napoli nella loro storia si sono affrontati in un confronto diretto solo in gare di Coppa Italia. Mai in Europa. E il bilancio è tutto a favore dei milanisti. Nella stagione 1984\85 1-1 a Napoli e 2-1 per il Milan a San Siro, stagione 1989\1990 0-0 a Milano e 3-1 per il Milan a Napoli, stagione 2018\2019 Milan-Napoli 2-0. Ovviamente il confronto statistico in Champions League è imparagonabile. Il Milan, con le sue 7 Champions, è la seconda squadra più titolata d’Europa dopo il Real Madrid. 10 finali disputate e una lunghissima esperienza nella competizione. 

Considerando l’organico attuale, pochi calciatori di Pioli possono costituire un impianto veterano rispetto al torneo, ma il blasone e l’abitudine storica si sono comunque fatti sentire durante l’edizione in corso e, non è da escludere, potrebbero pesare anche nel confronto con un avversario considerato sulla carta più solido tecnicamente e tatticamente. Ma i numeri di differenza in campionato saranno probabilmente annullati da una condizione mentale che in questo genere di competizioni genera motivazioni nuove per l’occasione.

Napoli e Milan sono due squadre molto diverse. La squadra di Spalletti gioca un calcio che assorbe sia gli statuti del possesso palla che quelli delle verticalizzazioni. Il Napoli attua un pressing costante che spesso si traduce in una doppia fase ancora più insistente in caso di perdita del possesso. Talvolta, però, gli azzurri hanno dimostrato di saper anche optare per equilibri più arretrati, poi in grado di sfruttare le ripartenze di uomini come Kvara e Osimhen

Il Milan ha un gioco più votato alla garanzia difensiva, soprattutto in Champions League. L’eliminazione del Tottenham ha trovato piena ed evidente lettura proprio nella capacità degli uomini di Pioli di saper contenere i tentativi offensivi degli inglesi per poi liberare la propria pericolosità in attacco grazie a elementi come Leao. L’impianto tattico del Milan non a caso prevede Giroud come prima punta e punto di riferimento per lanci lunghi e per la possibilità di tenere palla o giocare rapidamente di sponda sugli esterni. 

Nel doppio confronto saranno decisive le condizioni atletiche dei singoli e le gestioni dei cambi. La possibilità di cambiare cinque uomini consente agli allenatori di modificare gli equilibri in corsa e di crearne altri in via preventiva. E la doppia sfida moltiplica le possibilità di lettura. Per una competizione in cui non è da sottovalutare il peso di un singolo episodio. Di certo quella tra queste due squadre sarà una sfida che aprirà un nuovo capitolo in una vecchia storia.