Inutile girarci intorno. Dal sorteggio dei sedicesimi di finale di Europa League il Napoli ha ricevuto una buona notizia. Fussballclub Zürich e ovvi favori del pronostico. Tuttavia, le gare vanno giocate e vinte sul campo. L’esperienza di Ancelotti e gli anni europei del Napoli targato De Laurentiis insegnano che nessun avversario va affrontato con la convinzione di avere la qualificazione in tasca. Non mancano, infatti, le eliminazioni in Europa League subite dal Napoli a favore di avversari che per i pronostici venivano dati per sfavoriti. Resta, però, il dato oggettivo secondo cui la squadra allenata da Ludovic Magnin, che ha giocato a lungo nel campionato tedesco (Werder Brema e Stoccarda dal 2002 al 2009), presenta un organico che sulla carta viene considerato qualitativamente impari a quello partenopeo.
Non ci sono precedenti tra queste due formazioni. Lo stesso Napoli nella sua storia recente ricorda la sfida in un girone proprio di Europa League (stagione 2014\2015) con gli svizzeri dello Young Boys. Allora il Napoli uscì sconfitto dalla gara in trasferta, ma senza che la battuta d’arresto risultasse poi influente ai fini dell’esito finale del girone (a suo tempo vinto dagli azzurri).
La squadra svizzera che affronterà il Napoli nelle due gare previste per il 14 e il 21 febbraio 2019 appartiene a un club che fa risalire la sua fondazione alla fine dell’Ottocento, su iniziativa di un gruppo di studenti. Cofondatore dello Zurigo è stato anche il celebre Hans Gamper, calciatore e dirigente sportivo che avrebbe poi fondato il Barcellona. La società di colore bianco e azzurro vanta un ricco palmares nazionale, con 12 campionati vinti e 10 Coppe di Svizzera conquistate. Lo Zurigo è anche riuscito a raggiungere le semifinali di Champions (allora Coppa dei Campioni) in due edizioni, nel 1963\64 e nel 1976\77, patendo le eliminazioni rispettivamente per mano del Real Madrid e del Liverpool.

Tra i calciatori più rappresentativi del momento, lo Zurigo può contare su Benjamin Kololli, centrocampista svizzero naturalizzato kosovaro, e su Stephen Odey, giovane calciatore nigeriano, classe ’98, considerato l’elemento più talentuoso dell’organico svizzero. Nello Zurigo giocano pure un paio di vecchie conoscenze del calcio italiano. Come Alain Nef, difensore che ha militato nel Piacenza, nell’Udinese e nella Triestina.
Il sistema di gioco degli uomini di Magnin prevede un 4-2-3-1 in cui Kololli agisce da esterno offensivo e Odey prima punta. Toni Domgjoni in mediana è uno dei punti di riferimento del centrocampo, mentre Antonio Marchesano, trequartista, si muove dietro l’attaccante centrale. La linea difensiva è affidata alla gestione di Umaru Bangura, capitano sierraleonese. Il reparto arretrato dello Zurigo non ha affatto sfigurato nel girone di Europa League (dove gli svizzeri si sono qualificati piazzandosi sopra Larnaca e Ludogorets). La squadra guidata da Magnin è risultata la miglior difesa del gruppo A (e secondo miglior attacco), con 6 reti subite. Una in meno del Leverkusen.
